martedì 8 maggio 2012

Recensione: I Figli di Erebo

Titolo: I Figli di Erebo
Autore: Flavio Graser
Editore: Lulu
Dati: 2012, 427 p.,brossura
Prezzo di copertina: 18, 50
 
Descrizione:
Chi era davvero Hiram Kerr? E quale potere si celava nel suo sangue? Profugo di guerra, paziente in un manicomio, padre di famiglia, Auletés inconsapevole: ogni capitolo della sua vita svela qualcosa di quest’uomo, e ogni tassello rende più chiaro al figlio Markus quale eredità si tramandi nella loro famiglia. Markus e i suoi amici, Georg e Christine, dovranno fronteggiare serial killer disumani, negromanti senza scrupoli e wicca degenerati, ma il compito più importante sarà venire a patti con la parte più oscura di Markus, l’alter ego senza il quale egli non può più vivere. Il mondo è un circo, falso ma protettivo, e solo coloro che riusciranno a sfuggire all’inganno potranno vedere i Campi Elisi per ciò che sono veramente: la loro personale riserva di caccia.

L'autore:

Flavio Graser nasce nel 1976 a Vicenza, dove tutt’ora risiede; nel 2000 si laurea in Fisica presso l’Università di Padova e dal 2001 lavora nel settore dell’Information Technology presso un’azienda del fashion.
Fino alla fine del 2008 partecipa ad alcuni concorsi letterari e scrive parecchi racconti brevi; tra questi sono da ricordare “Perle”, segnalato nell’ambito del concorso “In Xanadu” (2004) della Kult Virtual Press, e “L’ultima notte”, pubblicato nella raccolta “Vamp 2005” della Ferrara Edizioni.
E’ un accanito lettore e un appassionato di narrativa che predilige soprattutto il fantastico, il fantasy e l’horror; si interessa anche di saggistica, soprattutto legata a religioni, antropologia, occultismo e storia antica. Altra sua passione sono i giochi di ruolo, che per anni gli hanno permesso di inventare e raccontare storie.
 
La recensione di Sara:
Prosegue la saga del Sole nero sui Campi Elisi con il nuovo capitolo I figli di Erebo.
Christine, Georg, Markus ed Ethan sono nel punto in cui li avevamo lasciati. Una lettera dell’Esule tra le mani e le gambe pronte a scattare verso nuove avventure.
Georg e compagni dovranno allenarsi per essere pronti a combattere a dovere, l’umanità ha bisogno di loro.
I nostri dovranno proteggere gli umani dall’Erebo, una dimensione in cui non esiste Luce ma solo Oscurità, in cui la morte regna sovrana e non c’è via di scampo.
Christine e Markus hanno compiuto la loro scelta, decidendo di intraprendere la Via dell’Oscurità, tocca ora a Georg decidere da che parte stare, sapendo che, tutto sommato, non c’è poi questa grande differenza. Sarà pronto a lasciarsi alle spalle “umanità” e “buon senso” per fare largo all’impulsività più animale che alberga dentro di lui? Riuscirà a restare a fianco dei suoi amici, consapevole degli omicidi da loro commessi?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che si materializzano tra le pagine, molti altri quelli senza risposta, che lasciano spazio all’immaginazione del lettore su quanto possa accadere nel terzo capitolo della saga.
Flavio Graser non delude, se le impressioni sul primo volume erano più che positive, possiamo con certezza confermarlo. La trama fitta e scura come una foresta avvolge chi legge coinvolgendolo e invogliandolo ad andare avanti. Pagina dopo pagina, mistero dopo mistero, anche il lettore si allena insieme a Georg, interrogandosi insieme a lui.
Gli amanti dell’esoterismo e delle pratiche magiche avranno di che divertirsi, potranno visualizzare e meditare insieme ai giovani protagonisti del romanzo.
Il mondo dipinto dall’autore risulta ingannevole e pieno di insidie, niente è quello che sembra, l’illusione impera e la realtà… beh, chi ci dice che tutto questo sia reale?
Anche la follia non è altro che inganno, è una maggiore sensibilità, è la realtà che fa impazzire. È così che le porte si aprono e le dimensioni si fondono in un turbinio di sogno, surreale e realtà.
L’atmosfera onirica è caratteristica del romanzo, un punto di forza, originale e ipnotico.
Una nuova immagine di ciò che viviamo si presenta agli occhi del lettore che non potrà fare altro che interrogarsi e rendersi conto che, in fin dei conti, non c’è poi tanta differenza tra Luce e Oscurità e che, per quanto possa non sembrare etico, Christine e Markus sono da giustificare, nonostante le loro azioni.
In una corsa sfrenata tra le porte della percezione, tra sonno e veglia, tra realtà e immaginazione I figli di Erebo è senz’altro un ottimo romanzo da consigliare agli amanti del fantasy e dell’occulto.
Luce e Ombra. Voi da che parte state?


 
 
 

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