venerdì 7 settembre 2012

Recensione: Oltre i Cancelli

Titolo: Oltre i Cancelli
Autore: Flavio Graser
Editore: Lulu
Dati: 2012, 539 p., brossura
Prezzo di copertina: 20, 00

Descrizione:
I sogni sono come la pioggia sull’oceano. Simili a tanti piccoli mondi in miniatura nascono dall’alto dei cieli, dal caos informe fatto d’aria e di vapore; poi cadono e compiono la loro infinita discesa verso il suolo nel tempo di un sonno notturno. Infine precipitano nell’acqua: lì le gocce vengono inglobate, perdono se stesse, sempre più in basso, fino a dimenticare la loro identità originaria, fino a quando di esse non rimane più nulla. Poi ti risvegli, ed è mattino. 
Ethan Eldridge, Oneiromante e Viandante dei Sogni, ha lasciato gli amici e l'allievo Georg per scoprire la sorte del suo Maestro, scomparso tra i flutti onirici, ed è a sua volta svanito senza lasciare traccia. Per trovarlo Georg, Markus e Christine dovranno immergersi nelle profondità dei Sogni, oltre il Confine, sempre più in basso, là dove tenebre e Reami si corteggiano in una danza senza fine. Negli Abissi.
L'autore:
Flavio Graser nasce nel 1976 a Vicenza, dove tutt’ora risiede; nel 2000 si laurea in Fisica presso l’Università di Padova e dal 2001 lavora nel settore dell’Information Technology presso un’azienda del fashion.
Fino alla fine del 2008 partecipa ad alcuni concorsi letterari e scrive parecchi racconti brevi; tra questi sono da ricordare “Perle”, segnalato nell’ambito del concorso “In Xanadu” (2004) della Kult Virtual Press, e “L’ultima notte”, pubblicato nella raccolta “Vamp 2005” della Ferrara Edizioni.
E’ un accanito lettore e un appassionato di narrativa che predilige soprattutto il fantastico, il fantasy e l’horror; si interessa anche di saggistica, soprattutto legata a religioni, antropologia, occultismo e storia antica. Altra sua passione sono i giochi di ruolo, che per anni gli hanno permesso di inventare e raccontare storie.

La recensione di Sara: 
Oltre i Cancelli è il nuovo capitolo della saga Cronache dei Campi Elisi di Flavio Graser.
Dopo averli visti alle prese con la lotta eterna tra bene e male, tra Luce e Oscurità, ritroviamo ora Markus, Christine e Georg in una nuova agghiacciante avventura. Il loro amico Ethan è scomparso alla ricerca del suo Maestro e nessuno di loro sa dove si trovi. Georg è in balia di se stesso e dei suoi pensieri più oscuri, è solo e l’addestramento con Ethan è sospeso. Il ragazzo si sente quasi abbandonato  e ancora una volta si trova in difficoltà rispetto alle decisioni da prendere.
I tre partono così alla ricerca di Ethan, finendo negli Abissi, luogo in cui il confine tra sogno e realtà è talmente labile da confondere e uccidere. Il Bene e il Male si fondono e si dividono in un turbinio di orrore e fascino.
Riusciranno Markus, Christine e Georg a sopravvivere ancora una volta? Quanto di umano è rimasto in loro? E per quanto tempo ancora Georg riuscirà a sfuggire alla sua vera natura?
L’autore riesce a scatenare un senso d’angoscia nel lettore, la stessa che provano i protagonisti per tutto il corso della storia. L’atmosfera cupa e opprimente porta alla claustrofobia, alla confusione mentale e crea difficoltà nella distinzione del buono dal cattivo. La caratteristica della saga di Flavio Graser è proprio quella di rendere il confine tra bene e Male così indefinito che ci si chiede fino a che punto si possa ritenere giusta la parte “bianca” delle cose. Tutto ha una giustificazione e se l’Ombra non è l’opposto della Luce, le è solo complementare.
La trama è abbastanza lineare, il romanzo è incentrato soprattutto sulle riflessioni psicologiche dei protagonisti, in particolare quelle di Georg, che appare essere in particolare difficoltà senza il suo addestratore. Georg non sa chi è e non sa quale sia la strada giusta da percorrere.
Lo stile, a differenza dei volumi precedenti della Saga, risulta essere più articolato e artificioso, punto, a mio parere, a svantaggio dell’opera. Il linguaggio non è complesso, tuttavia le frasi sono strutturate in maniera un po’ troppo arzigogolata, elemento che appesantisce la lettura e la rallenta. Sicuramente è una particolarità che riflette la difficoltà di Georg e rende in maniera efficiente lo stato d’angoscia e di confusione dei protagonisti ma, d’altra parte, rende poco scorrevole la lettura.
Punto di forza è invece l’elemento surreale. Tra le righe resta sempre il dubbio se quello che si sta leggendo sia vero o falso,  se sia un inquietante aborto della mente o un'atroce realtà.
Anche se ritengo quest'ultimo  un po' sotto tono rispetto ai capitoli precedenti, l’autore conferma le sue capacità e la sua inventiva, spingendo ancora una volta i suoi lettori alla riflessione.

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