martedì 25 giugno 2013

Recensione: Colpo di fulmine

Titolo: Colpo di fulmine
 Autrice: Jennifer Bosworth
 Editore: Corbaccio
 Pagine: 342
 Prezzo: 17,60
Descrizione: 
Mia Price è drogata di fulmini. È sopravvissuta a infinite scariche elettriche, ma la sua dipendenza dall’energia scaricata dai temporali mette in pericolo la sua vita e la vita di chi le sta intorno. Per questo si sente tranquilla a vivere a Los Angeles, perché è rarissimo che si scatenino temporali. Ma quando un terremoto devasta la città, il posto che lei credeva il più sicuro al mondo si trasforma letteralmente in un inferno. Le spiagge diventano gigantesche tendopoli e il centro è una terra perduta dove spadroneggiano bande di saccheggiatori e assassini. Due gruppi di fanatici si contendono il governo della città ed entrambi vedono in Mia una conferma alle loro concezioni apocalittiche, perché credono che Mia sia connessa alla tempesta elettrica che ha preceduto il terremoto e che si ripresenterà ancora più letale. Mia vorrebbe potersi fidare di Jeremy, affascinante ed enigmatico, che ha promesso di proteggerla e verso il quale si sente attratta da una forza e una passione irresistibili, ma dentro di sé teme di essere ingannata. E solo quando tutto sembra perduto e la catastrofe finale sta per abbattersi sulla città, Mia capirà come usare il suo potere per salvare le persone che ama. E capirà se Jeremy la ama davvero…
L'autrice:

Jennifer Bosworth. È produttrice e autrice di sceneggiature cinematografiche.
Vive a Los Angeles. Colpo di fulmine è il suo primo romanzo,
pubblicato negli Stati Uniti a fine 2012 e ora nel resto del mondo.
Per saperne di più: www.jenniferbosworth.com

La recensione di Miriam:
Preparatevi a oltrepassare il limite che segna la fine del mondo e a ritrovarvi in una faglia temporale ibrida; quasi una realtà di mezzo che, al tempo stesso è post e pre-apocalittica. È questa la strana dimensione in cui vi catapulterà Colpo di fulmine trasmettendovi sin dalle prime battute un senso di orrore per quello che è stato e di profonda angoscia per quanto deve ancora venire.
Da un certo punto di vista, l’apocalisse è già passata. Una tempesta seguita da un violento terremoto si è abbattuta sul globo terrestre spazzando via intere città. I superstiti vagano tra le rovine del mondo che fu tentando di organizzarsi al meglio per sopravvivere. C’è chi, avendo perduto la propria casa, cerca di accaparrarsi un posto nelle tendopoli, chi occupa i ruderi rimasti disabitati, chi elemosina un pezzo di pane e chi non esita a uccidere per procurarselo; chi si lecca le ferite e chi specula sul dolore dei più deboli; e c’è anche chi predica allo scopo di ammonire e ridare speranza.
Tra le pareti di edifici semidistrutti,  lì dove non è rimasto più niente da mangiare e l’acqua esce a intermittenza solo dai rubinetti dei più fortunati, la televisione − baluardo indistruttibile della nostra civiltà − continua a trasmettere. È il volto di Ridley Profeta a occupare lo schermo. I sui occhi divenuti ciechi non mettono a fuoco la miseria che è intorno ma riescono a vedere oltre perché comunica direttamente con le alte sfere. Egli dice che la tempesta è stata voluta da Dio per punire l’umanità corrotta ma quella appena superata non è che un assaggio dell’autentica apocalisse.
Mancano ancora tre giorni perché una nuova tempesta, più potente della precedente, esploda provocando la vera fine del mondo. Tre giorni utili affinché gli uomini rimasti in vita si redimano.
Solo chi saprà pentirsi dei suoi peccati e unirsi alla Chiesa della Luce, potrà sopravvivere alla prova finale ed entrare nella schiera dei pochi eletti che costruiranno un mondo nuovo.
Ecco allora che lo scenario post-apocalittico si trasforma  in una bolla di attesa, in una quiete prima della tempesta.
Da un lato si scatena una corsa alla Tenda Bianca − il quartier generale di Profeta; dall’altro si organizza una sorta di controffensiva. Non tutti, infatti, credono nella nuova religione; qualcuno pensa che Ridley sia solo un ciarlatano, un pericoloso manipolatore di coscienze da fermare prima che sia troppo tardi. Chi desideri unirsi alla causa non deve far altro che scoprire dove si terrà il prossimo Rove e dichiarare fedeltà ai Cercatori.
Mia Price non crede negli uni e nemmeno negli altri. Tutto quello che sa per certo è che la tempesta ha quasi ucciso sua madre trasformandola in un fantoccio che sragiona mentre a lei ha riservato un dono che è una maledizione al tempo stesso. I fulmini l’hanno colpita più volte, le hanno disegnato bizzarre figure di Lichtenberg su tutto il corpo e le hanno bruciato ripetutamente i capelli ma non l’hanno uccisa. Il dolore si è mescolato al piacere; la stessa elettricità che l’ha fatta ardere le ha insufflato nuova energia, l’ha resa capace di ammazzare ma anche di guarire. Dal giorno della tempesta Mia è una diversa, una giovane donna costretta a fuggire e nascondersi perché possiede una sorta di superpotere che non sa gestire e contemporaneamente è la sola a non temere i fulmini che ormai agogna come un tossico potrebbe agognare la sua droga.
Il suo desiderio di tenersi ai margini si scontra però con gli interessi di chi detta le regole del nuovo mondo. Il potere di Mia fa gola a Profeta quanto ai Cercatori. Gli uni e gli altri le stanno con il fiato sul collo per averla dalla loro parte.
Riuscirà Mia a rimanere libera? Difficile a dirsi, ma c’è qualcuno che dichiara di volerla aiutare.
Lui è Jeremy, un ragazzo ambiguo, afferma di poterla proteggere ma si è intrufolato in casa sua armato di coltello.
Ha per occhi due spicchi di cielo che nasconde dietro un paio di occhiali alla Clark Kent e il suo tocco è in grado di scatenare visioni di un prossimo futuro. Sarà un supereroe o un individuo da cui è meglio tenersi alla larga?
È uno dei tanti interrogativi che accompagneranno questa lettura, avvincente, incalzante, adrenalinica.
La trama misteriosa, degna di un giallo, tiene il lettore sulla corda dalla prima all’ultima pagina. Le atmosfere abilmente tratteggiate dalla penna della Bosworth risultano avvolgenti e fortemente realistiche al punto che leggendo si ha la sensazione di essere profughi tra i profughi. Si percepisce con intensità il senso di attesa per la catastrofe imminente così come il senso di impotenza di fronte alla forza della natura. L’autrice richiama immagini più che credibili attingendo da un campionario di catastrofi naturali di cui tutti, direttamente o meno, siamo stati testimoni. Il terremoto di Los Angeles che dà il via alla storia, non può che richiamare alla mente i vari terremoti che con particolare frequenza si sono susseguiti negli ultimi anni fornendo all’umanità piccoli assaggi di apocalisse. Uno dei maggiori punti di forza del romanzo, dal mio punto di vista, risiede proprio nel perfetto connubio tra realtà e immaginazione. L’intreccio fantastico affonda le radici nell’universo del possibile, l’elemento paranormale rintracciabile nella capacità della protagonista di pilotare i fulmini si innesta su uno sfondo più che futuribile. L’effetto prodotto è perturbante e vincente soprattutto in virtù di questo.
La terra desolata in cui si muovono i protagonisti, non è infestata da zombie, vampiri o creature soprannaturali, così come solitamente accade nei romanzi ascrivibili allo stesso genere; è affollata di presenze assolutamente umane ma non per questo meno inquietanti. È la violenza dell’homo homini lupus, la brutalità del lavaggio del cervello, il pericolo insito nel fanatismo religioso a generare insicurezza e paura.
È il recentissimo ricordo dell’esperienza traumatica già vissuta  a rendere credibile la previsione apocalittica sbandierata da Profeta.
Tre giorni scanditi da angoscia e speranza così fitti di colpi di scena da non consentire soste atte a riprendere fiato ma orchestrati tanto abilmente da preservare lo spazio necessario affinché tutti i nodi vengano al pettine, i personaggi chiave riescano ad esprimere tutte le loro potenzialità, i sentimenti facciano sentire anche la loro voce.
Se la morte è il tema dominante, il plot infatti non rinuncia all’amore che però qui si intrufola quasi in punta di piedi e con eleganza si sottrae ai soliti cliché.
Nessun dardo scoccato da Cupido raggiungerà Mia e Jeremy − i colpi di fulmine del titolo sono da intendersi esclusivamente in senso letterale − ma tra i due correranno comunque delle scariche elettriche che partiranno dal e torneranno al cuore. Nel futuro c’è la fine, così come raccontano le visioni di Jeremy, ma c’è anche l’inizio di qualcosa che non ha previsto…





 















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