martedì 24 settembre 2013

Recensione: High School Survival

Titolo: High School Survival 
Autrice: Tanja Steel 
Editore: Sogno 
Pagine: 120 
Prezzo cartaceo: 8,50 
Prezzo Ebook: 2,99

Descrizione:


È così che ha inizio l’incubo della Special School of Toho, una scuola per studenti speciali situata su un’isola al largo delle Filippine.
Un gruppo di uomini in nero fa irruzione durante l’ora di ginnastica e inizia a sparare contro tutto ciò che si muove.
Nessuno sa il motivo di quel delirio di violenza e morte. I minuti si dilatano e il tempo si moltiplica in un’istantanea fredda e distaccata, una finestra sull’abisso dell’orrore.Per Sophie, Sasha, Hideo e i loro compagni è iniziato l’inesorabile conto alla rovescia. Uno a uno, destinati a cadere, una fuga disperata seguendo l’odore del mare.
Quando la normalità vira verso il weird, non c’è modo di tornare indietro. Si può solo continuare a correre.
 

L'autrice:

Tanja Steel. Spirito inquieto che infesta il web. Ogni tanto racconta le sue storie. Alcune sono tranquille, altre vagamente inquietanti. Altre ancora sono violente. Come questa. Ha una pagina personale dove fa finta di essere una personcina calma e tranquilla, potete visitare la sua  Land of Ice. Fa anche parte di un gruppo di strana gente sfregiata dal marchio Rag Doll. Comunque non è pericolosa. Almeno, così dicono. Forse perché nessuno è ancora riuscito a farla arrabbiare abbastanza. Le piacciono le spade giapponesi, però.

La recensione di Miriam:

È una giornata come tante, la Special School of Toho sembra immersa nella solita routine fino a che una pallottola non fende l’aria durante l’ora di ginnastica. Il colpo va a segno, un fiore rosso sboccia sul petto di Rika della seconda A ed è l’inizio di un incubo.
La pallottola vagante non è che un assaggio di quel che sta per accadere. Un intero gruppo di mercenari vestiti di nero ha preso d’assalto l’istituto. Uno dopo l’altro, tutti gli studenti sono destinati a cadere come birilli, sono pedine di un macabro gioco o di un disegno perverso, chissà... 
Poche righe bastano per delineare uno scenario agghiacciante che, nell’immediato, provoca l’effetto di un dejà-vu. Il pensiero corre alla cronaca, alla strage di Beslan o al massacro della Columbine High School e, inevitabilmente, al discusso romanzo di Richard Bachman (alias Stephen King)  “Ossessione”, sospettato di averlo addirittura ispirato. 
Tanja Steel sembra seguire l’onda, proponendo una storia di ordinaria follia fitta di rimandi, tanto alla fiction quanto alla realtà. Andando avanti però, se ne discosta completando il quadro d’insieme con una serie di pennellate che ne decretano una certa originalità. 
Procedendo nella lettura si scopre infatti che la sua è una scuola speciale, destinata ad accogliere studenti accuratamente selezionati benché nessuno conosca i criteri di questa selezione. I ragazzi hanno nazionalità, caratteristiche psico-fisiche e attitudini diverse, al punto che diventa quasi impossibile, per un profano,  indovinare cosa possa accomunarli. 
È un mistero questo che attraversa tutto il racconto facendolo virare, gradualmente, verso la fantascienza. 
Se le singole sequenze, descritte peraltro con taglio cinematografico, hanno una connotazione decisamente horror, il disegno che sottende l’intera impalcatura chiama in causa tematiche care alla si-fi, quali le mutazioni genetiche e la sperimentazione scientifica  sugli esseri umani.  
Da questo punto di vista l’autrice dilata il senso di orrore poiché, alla realistica minaccia di un attacco terroristico (o dettato da pura follia omicida), aggiunge quella non meno plausibile, di una macchinazione orchestrata da chi detiene il potere. 
A guardarlo dall’esterno, High School Survival, suggerisce quasi l’idea di un macabro videogame i cui personaggi sono ragazzi in carne e ossa e la posta in gioco è la vita reale.
 Il ritmo narrativo è concitato, non ammette pause, fila dritto verso la fine regalandoci una carrellata di azioni intrise di adrenalina e sangue. 
In una scala da 1 a 10, assegnerei il punteggio massimo all’idea che sorregge la storia, alle capacità descrittive dell’autrice, allo stile impeccabile. Penso però che l’eccessiva brevità del testo ne sacrifichi, in parte, le enormi potenzialità. 
Racconto lungo più che romanzo, High School Survival si sviluppa in così poche pagine da doversi ridurre all’essenziale, eludendo aspetti che, se sviluppati adeguatamente, avrebbero potuto renderlo indimenticabile. Non c’è spazio, per esempio, per una vera e propria caratterizzazione dei personaggi. I ragazzi condannati a morte rimangono poco più che nomi, pedine schierate sul terreno di gioco delle quali non conosciamo abbastanza perché possiamo affezionarci a loro e patire per la triste sorte che li attende. Possiamo solo immaginare il loro stato d’animo, i pensieri che affollano le loro menti mentre guardano la morte negli occhi, i sogni perduti e le speranze che  scalciano per sopravvivere giacché a rimanere tagliata fuori è proprio la componente emotiva.
Nonostante abbia apprezzato molto il libro, penso che qualche pagina in più dedicata a un minimo di introspezione psicologica, avrebbe fatto la differenza, trasformando un volo radente in volo ad alta quota.


 

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