lunedì 13 luglio 2015

Recensione: La ragazza del treno

Titolo: La ragazza del treno
Autrice: Paula Hawkins
Editore: Piemme edizioni
Dati: 2015, 306 p., rilegato
Prezzo di copertina: 19, 50 euro

Descrizione:
La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua. Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos'ha visto davvero Rachel?


L'autrice:
Paula Hawkins ha lavorato quindici anni come giornalista prima di dedicarsi alla scrittura. La ragazza del treno è il suo primo thriller. Venduto agli editori di tutto il mondo prima ancora dell’uscita, è stato opzionato da Dreamworks.



La recensione di Sara:


Rachel è una giovane donna, non può avere figli e suo marito l’ha lasciata per un’altra.
Tom ha avuto una figlia con Anna, la sua nuova compagna e vive nella casa che aveva condiviso con Rachel.
A lei non resta più nulla se non una stanzetta spoglia a casa della sua amica Cathy e l’irrefrenabile voglia di bere.
Tom dice di averla lasciata per questo, per il suo alcolismo ingestibile. Rachel dimentica spesso quello che fa, non si cura, non le importa più niente. Ha perso il lavoro e la sua unica occupazione è quella di fare avanti e dietro sul treno che porta a Londra passando per Withney, il quartiere in cui viveva.
È lì che vivono anche i suoi amici Jess e Jason, una coppia che non conosce ma della quale immagina la vita. Rachel fantastica su chi possano essere, su quale sia il loro impiego, su come amano passare il tempo, la loro quotidianità. Secondo lei è evidente che i due siano una coppia perfetta, felice, a cui non manca nulla, proprio come erano stati lei e Tom un tempo.
Eppure, un bel giorno, Rachel scopre che non è affatto così.
Dopo una nottata di sbronza e amnesia, la donna si ritrova nel suo letto con un taglio sulla testa che sanguina e nessun ricordo dietro le palpebre. Solo buio e un messaggio di Tom che le dice di non avvicinarsi più a casa sua.
Rachel capisce di essersi fiondata a Withney non appena l’alcol ha cominciato a farle effetto ma decide di ignorare l’episodio.
Sarà solo quando la polizia piomberà in casa sua che l’incubo avrà inizio.
La sua amica immaginaria Jess in realtà si chiama Megan ed è scomparsa dal giorno in cui lei si trovava a Withney.
Qualcosa di terribile deve essere accaduto quella notte ma Rachel non riesce a ricordare, eppure qualcosa le suggerisce che lei c’era e sa la verità.
Un susseguirsi di frammenti, ricordi smangiucchiati, strani psicoterapeuti, un misterioso uomo dai capelli rossi e bugie affiorano pian piano nel racconto rendendo la trama inaspettata e mutevole.
A parlare sono le tre donne protagoniste della storia, Rachel, Megan e Anna, persone così diverse ma legate da un filo invisibile e sconosciuto.
La psicologia dei personaggi è studiata nei minimi dettagli, nulla è lasciato al caso, un puzzle formato da pezzi che si incastrano tra loro alla perfezione.
Tutto quello che potreste aspettarvi non succede affatto, i colpi di scena la fanno da padrone.
Un romanzo intricato e affascinante che non aspetta altro che esser letto tutto d’un fiato, un thriller ad alta tensione che lascia un senso di angoscia e mistero.
Perfetto per chi non ama le storie scontate e banali ma preferisce arrovellarsi il cervello sulla possibile soluzione.



1 commento:

  1. Purtroppo, l'ho trovato deludentissimo.
    Anche banale. I personaggi erano una manciata appena e beccare il responsabile del tutto non è stato difficile, anzi. Per me, l'ennesimo pompatissimo - e immeritevole - caso editoriale. :/

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