venerdì 11 dicembre 2015

Recensione: Il buio dentro

Titolo: IL buio dentro 
Autori: Laymon, Battiago, Di Orazio, Lombradi 
Editore:vKipple Officina Libraria 
Lunghezza stampa: 102 
Prezzo: 2,99 
Disponibile su Amazon

Descrizione:
Un’antologia di storie che raccontano l’orrore nella sua dimensione più umana e quotidiana con quattro interpreti d’eccezione: a due pezzi inediti in italiano di Richard Laymon, maestro dello Splatterpunk internazionale, si affiancano racconti inediti di alcuni dei migliori cantori Italiani dell’oscuro e del disturbante; parliamo di Caleb Battiago, autore finalista al Bram Stoker Award ®, di Paolo Di Orazio e Nicola Lombardi. Un viaggio sanguinoso in cinque tappe: ‘Invito all’Omicidio’ di Richard Laymon dimostra come la fantasia dello scrittore possa uscire dalle pagine e materializzarsi, inaspettatamente, nella realtà. ‘Le Galline hanno gli Occhi’ di Paolo Di Orazio racconta un grottesco spaccato famigliare, la surreale festa di compleanno di una silenziosa capofamiglia che degenera nella follia più intima e profonda. ‘By the Sea’ di Caleb Battiago è il ritratto futurista di una ossessione, di un amore malato, di un baratto inconcepibile, fino alle estreme conseguenze. ‘Saving Grace’ di Richard Laymon è la cruda storia di un incontro nel bosco, dove due ragazzi scoprono come la malvagità umana possa guidare i pensieri più oscuri e le lame più taglienti. ‘Il Circolo Magritte’ di Nicola Lombardi trascina il protagonista tra i denti di un sinistro circolo cannibalico organizzato come un riservato club di poker, peccato che i tavoli siano rosso sangue, e non verdi, e la moneta sia di carne. Carne umana.
Cinque storie di cruenta essenza, di bellissima, sfaccettata e nera sensazione di un orripilante malattia; il senso di raccapriccio attraversa tutti gli stadi dell’umano, mostrandone ogni sua devastante perversità. L’esordio in Italia di Richard Laymon, su Kipple Officina Libraria di Nicola Lombardi e le crudeli conferme di Paolo Di Orazio e Caleb Battiago.
La sensazione di girarsi altrove, in preda al disgusto e all’orrore, sarà possibile che preda voi.  


La recensione di Miriam:


La paura del buio coincide con la paura dell’ignoto: temiamo l’oscurità perché non sappiamo cosa possa celare alla nostra vista. L’idea che il buio possa albergare dentro di noi, non può che risultare ancor più terrificante giacché è impossibile scappare da se stessi.
Questa raccolta può essere letta come un invito a fronteggiare questa paura concedendosi un’immersione nelle tenebre rapida ma intensa. A scandire le tappe di questo percorso, dal respiro internazionale,  sono quattro autori d’eccezione: il maestro dello splatterpunk Richard Laymon cui si affiancano le tre penne affilate come coltelli degli italiani Caleb Battiago, Paolo Di Orazio e Nicola Lombardi.
Cinque racconti in tutto che scandagliano la metà oscura annidata dentro ciascuno di noi o riflettono il male che ci circonda e che spesso si manifesta nei modi e nei luoghi più impensati.
Si comincia con Invito all’omicidio di Laymon e una scena che risulterà familiare a ogni scrittore, o aspirante tale: Shane ha un racconto da scrivere e una scadenza ravvicinata da rispettare, ma una musica assordante, proveniente dall’appartamento accanto al suo, gli impedisce di concentrarsi. Nulla di inquietante, se non lo spettro della pagina bianca che non vuole saperne di riempirsi, fino a che l’autore disperato non decide di andare a bussare alla porta della sua vicina. Oltre la soglia troverà l’ispirazione, forse, ma il prezzo da pagare sarà altissimo. Ecco dunque che con un abile ribaltamento l’ordinario si trasforma in un incubo.
Ancora più inquietante è lo scenario tratteggiato a seguire da Paolo Di Orazio in Le galline hanno gli occhi che, giocando la carta del perturbante, ci mostra l’orrore annidato nel luogo che chiunque di noi reputerebbe il più sicuro: le pareti domestiche. Siamo letteralmente trascinati nel bel mezzo di una macabra festa di compleanno. Tre bimbi e il loro papà si accingono a tagliare la torta per la mamma defunta da un pezzo e ancora seduta in giardino. Terrore e follia si addensano in una stanza, riempiendo così nel modo peggiore il vuoto lasciato da una persona cara. L’atmosfera è davvero sinistra, la voglia di fuggire tanta… e veniamo subito accontentati. Lanciati in corsa su un furgone blu, in By the Sea, Caleb Battiago ci fa attraversare una Roma che, novella Golconda, pullula di prostitute e angeli guardoni. Alla guida Maddalena che cerca una Venere da consegnare al Mare affinché le restituisca Sara, la sua Cura.
Quella in cui ci muoviamo è un’ambientazione surreale, descritta con crudezza e poesia, sembra di essere su un set cinematografico post-apocalittico, affollato di fantasmi di vecchie celebrità: un Vicent Price intento a scavare una fossa per il suo cane, un Giorgio De Chirico nei panni di un vigile urbano, un Basquiat che colora i rami spogli di un albero con una bomboletta spray, un Pierpaolo Pasolini armato di Kalshnikov…  mentre in sottofondo va il Black Album dei Metallica. Una corsa allucinante verso il lidio di Ostia per coronare una storia d’amore maledetta… una storia dal finale inatteso che morde letteralmente il cuore.
Tocca ancora a Richard Laymon riportarci in uno contesto dal sapore familiare con Saving Grace: due amici in bicicletta, i colori e i suoni del bosco in una giornata tersa. Solo quiete apparente ovviamente che sarà interrotta da un urlo e da una raccapricciante scoperta. Sarà allora che un’innocua scampagnata si trasformerà in una gita all’inferno. A quel punto uscirne vivi non sarà affatto scontato.
A chiudere il cerchio è il Circolo Magritte di Niola Lombardi, probabilmente il racconto più disturbante dell’intera antologia. Sarà un debito di gioco non saldato a condurre il protagonista allo strano circolo. Pagando un piccolo pegno potrà ottenere molti soldi sottraendosi all’inevitabile regolamento di conti che decreterebbe la sua morte: un dito… un solo dito per la vita. Avrà il coraggio di accettare? Per scoprirlo saremo chiamati ad aggirarci nelle stanze segrete di un club molto particolare e a partecipare a un banchetto a base di carne umana.
Una bellissima rosa, nera, di racconti in grado di narrare l’orrore a trecentosessanta gradi, passando da scenari  lugubri e colpi di coltello all’esplorazione degli anfratti più bui dell’anima umana. Una passeggiata virtuale su un fil di lama che corre tra la curiosità e il bisogno di distogliere lo sguardo, sfidandoci a restare in perfetto in equilibrio.



 










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