venerdì 29 aprile 2016

Recensione: Il silenzio degli abissi di Michael Chrichton

Titolo: Il silenzio degli abissi
Autore: Michael Crichton (alias John Lange)
Editore: Garzanti
Pagine: 240
Prezzo: 17,60

Descrizione:
Sotto la superficie del mare, negli abissi che si spalancano al largo della barriera corallina giamaicana, il silenzio è assoluto. Accompagnato solo dal ritmico gorgogliare del respiratore subacqueo, James McGregor continua la sua discesa. Più giù, quasi completamente avvolto dalle tenebre e infestato dai barracuda, si staglia il profilo scuro e incombente del timone di uno yacht. È il Grave Descend, quaranta metri di eccellenza armatoriale, inabissatosi in circostanze misteriose qualche giorno prima. La missione per cui James, un passato nelle forze armate e un presente da cacciatore di tesori, è stato ingaggiato è in apparenza molto semplice: ispezionare il relitto per conto della compagnia assicurativa e indagare le possibili cause del naufragio. Manca più di una tessera per completare il mosaico: l'affondamento è stato denunciato alle autorità solo ventiquattr'ore dopo l'accaduto e nessuno degli uomini a bordo, sei membri dell'equipaggio e un solo passeggero tutti prontamente messi in salvo, racconta la stessa versione dei fatti. La traccia più concreta per risalire alla verità sembra passare proprio per quell'unico passeggero, l'affascinante e misteriosa Monica Grant. E mentre dalle profondità del mare riaffiora un tesoro dal valore inestimabile, James si trova ben presto a lottare per la sua stessa vita, oltre che per svelare un segreto che affonda le sue radici nel passato, nei torbidi giorni dell'armistizio italiano durante la seconda guerra mondiale.
Il silenzio degli abissi è uno dei romanzi, inediti in Italia, che Michael Crichton scrisse sotto pseudonimo mentre studiava Medicina all'università di Harvard. Anni dopo, ha deciso di ridare vita a quelle storie e di ripubblicarle, con enorme successo. L'ambientazione mozzafiato, l'irresistibile fascino da classico mystery che gli ha fruttato una nomination agli Edgar Awards, oltre che la possibilità di scoprire un Crichton finora sconosciuto, fanno di Il silenzio degli abissi un vera e propria lettura obbligata per gli appassionati del genere.


L'autore:
Michael Crichton (Chicago, 1942 – Los Angeles, 2008) è uno dei più grandi autori di bestseller al mondo, noto anche come regista cinematografico e autore della serie televisiva E.R. Medici in prima linea. I suoi libri hanno venduto duecento milioni di copie e sono stati tradotti in trentotto lingue; da tredici di essi sono stati tratti dei film. In Italia sono tutti editi da Garzanti, da In caso di necessità a Next, L'isola dei pirati e Micro. Tra i romanzi scritti con lo pseudonimo di John Lange è già stato pubblicato Codice Beta. 

La recensione di Miriam:
Ho conosciuto e amato Crichton come autore di techno-triller. Il suo nome mi richiama subito alla mente, oltre che il notissimo Jurassic Park, romanzi come Sfera o Next .
Non vi nascondo che quando ho cominciato a leggere Il silenzio degli abissi, mi aspettavo di imbattermi in un libro ascrivibile allo stesso genere o quanto meno di ritracciare fra le sue pagine una componente fantascientifica.
Così non è stato perché l’opera in questione è un mistery e si discosta completamente da quelle già citate. Cronologicamente è antecedente, infatti, pur essendo stata tradotta solo ora in italiano, la sua prima edizione in lingua originale è datata 1970, risale dunque al primo periodo della carriera letteraria di questo autore, quello in cui pubblicava con lo pseudonimo di John Lange. Benché non la si possa definire immatura, non è ancora ai livelli dei capolavori che seguiranno. Qui, per esempio, sono assenti le tematiche di matrice bioetica e tecnologica, le riflessioni filosofiche e le suggestioni al confine fra fiction e realtà che ricorrono  negli scritti di carattere fantascientifico; quella che ci viene proposta è più una storia di intrattenimento. 
La trama ruota intorno al misterioso affondamento del Grave Descent, uno yacht dal nome sinistro quanto profetico, nelle acque del Mar dei Caraibi.
Il sommozzatore James McGregor viene ingaggiato dall’agente assicurativo, nonché fratello del proprietario dell’imbarcazione, Arthur Wayne, al fine indagare sulle cause dell’incidente e soprattutto recuperare qualcosa di molto prezioso che si trovava a bordo.
Ordinaria amministrazione per un sub esperto, ma appena giunto a Ocho Rhios, l’uomo inizia a registrare una serie di stranezze. Per cominciare, l’affondamento sembra essere avvenuto successivamente alla data dichiarata; i membri dell’equipaggio forniscono tutti versioni discordanti sull’accaduto e, se ciò non bastasse, il proprietario dello yacht è praticamente un fantasma: nessuno l’ha visto, nessuno sa dove sia… nemmeno la conturbante Monica Grant,  che in molti indicano come l’amante del signor Wayne e che, per la cronaca, si trovava a bordo del Grave Descent al momento della tragedia.
Insomma, la faccenda puzza d bruciato, molti indizi lasciano pensare a una macchinazione, a un incidente simulato per chissà quale losco scopo. Ma che ruolo dovrebbe avere McGregor in tutto ciò?
L’idea che debba semplicemente svolgere un lavoretto pulito, incassare un mucchio di soldi e tornarsene incolume  a casa, sembra sempre più improbabile, man mano che si va avanti.
La sua chiamata in causa è un mistero che, oltre a coinvolgere il protagonista,  ci attira nelle spire di un giallo sicuramente intrigante. Quel che di Crichton è riconoscibile in questo romanzo è proprio la sua capacità di stregare il lettore, di ghermirlo e tenerlo in ostaggio fino all’epilogo, perché la curiosità di scoprire la verità è davvero tanta.
L’ambientazione è ricca di fascino ed è resa con descrizioni efficaci. La Giamaica ci avvolge letteralmente con il suo calore, con la vegetazione lussureggiante, con il suo mare incontaminato e inquietante allo stesso tempo – il punto in cui McGregor deve immergersi è infestato dagli squali martello. In questa cornice d’eccezione si inseriscono poi dei personaggi che colpiscono per i loro tratti enigmatici: basti pensare alla signorina Grant con i suoi modi da femme fatale o all’ancora più ambigua Elaine, un’isolana perennemente accompagnata dai suoi ocelot “domestici”, in cui il sommozzatore si imbatte, all’apparenza, per caso, ma che svolgerà un ruolo importante nell’intera vicenda.
Il ritmo narrativo è incalzante e la trama ricca di azione, giacché nel momento in cui McGregor capirà di essere al centro di un complotto, si renderà anche conto di essere in pericolo di vita. Da quel punto in poi, risolvere il mistero, per lui, non significherà , semplicemente sodisfare la naturale curiosità che lo connota, ma salvarsi la pelle. Lo vedremo così coinvolto in una serie di situazioni pericolose quanto rocambolesche che contribuiranno a tenerci con il fiato sospeso.
Una lettura godibilissima nel complesso che consiglio agli appassionati di mistery, un po’ meno a chi voglia approcciarsi a Crichton per la prima volta perché per quanto il romanzo sia apprezzabile non è all’altezza di quelli che lo hanno reso famoso e non rende giustizia fino in fondo al suo genio.



giovedì 28 aprile 2016

Anteprima: L'uomo che vendette la luna di Cory Doctorow

Titolo: L'uomo che vendette la luna
Autore: Cory Doctorow
Editore: Delos Books
Pagine: 112
Prezzo cartaceo: 12,80
Prezzo eBook: 3,99

Descrizione:

Nel 1950 Robert A. Heinlein scrisse un romanzo breve intitolato L’uomo che vendette la luna nel quale ipotizzava che il futuro della conquista dello spazio fosse nelle mani dell’impresa privata. Oggi, con i voli della Virgin Galactic e della SpaceX la predizione di Heinlein sta cominciando ad avverarsi, ma Cory Doctorow fa un ulteriore passo avanti: perché il futuro non è fatto solo di profitti ma anche di sogni, e il sogno della conquista della luna forse deve essere portato avanti dai sognatori, dai nerd che vivono di tecnologia, di fantascienza e di ideali. 

L'autore:


Cory Doctorow è nato a Toronto, in Canada, nel 1971. Ha vissuto a Londra da diversi anni e nel 2011 ha ottenuto la cittadinanza britannica; attualmente vive in California. Cresciuto in una famiglia di attivisti dell’antinucleare e di Greenpeace, è stato coordinatore per l’Europa dell’Electronic Frontier Foundation, l’organizzazione senza scopo di lucro che si batte a favore del software libero. È ed è stato collaboratore del Guardian, del New York Times, di Publishers Weekly, di Wired, ma la maggiore notorietà l’ha ottenuta come fondatore e curatore diBoing Boing (boingboing.net), forse il più famoso blog del pianeta. Ha scritto vari romanzi, tradotti in una dozzina di lingue e rilasciati tutti, dopo la pubblicazione, con licenza Creative Commons e download gratuito. Il suo ultimo romanzo, Little Brother, una distopia per ragazzi, è stato candidato a tutti i maggiori premi del settore. Nel 2008 ha vinto il premio Locus col romanzo Infoguerra, pubblicato in questa collana, e nel 2015 il premio Theodore Sturgeon col presente The Man Who Sold the Moon.
È sposato e ha una figlia di otto anni.



mercoledì 27 aprile 2016

Recensione in anteprima: Cospirazione Caravaggio

Titolo: Cospirazione Caravaggio
Autore: Alex Connor
Editore: Newton Compton
Collana: Nuova Narrativa Newton
Pagine: 336
Prezzo: 9,90
Data di pubblicazione: 28 aprle 2016

Descrizione:  
1608. Michelangelo Merisi da Caravaggio, il più grande artista del suo tempo, viene espulso dall’Ordine dei Cavalieri di Malta per un crimine misterioso. La sua colpa deve restare un segreto gelosamente custodito.
2014. In una galleria d’arte di Londra vengono ritrovati i cadaveri dei proprietari, i gemelli Weir. La scena è raccapricciante: i corpi, nudi e legati insieme da una corda, presentano segni di tortura e oscene mutilazioni. Chi può aver commesso un crimine tanto brutale? E perché? La polizia brancola nel buio, ma l’investigatore privato Gil Eckhart, esperto d’arte, potrebbe avere una pista: il delitto Weir ricorda un altro raccapricciante duplice omicidio avvenuto a Berlino anni prima e un filo rosso pare collegare le vittime, galleristi di successo, con due capolavori del maestro Caravaggio scomparsi in circostanze misteriose. Costretto a confrontarsi con un passato che pensava di essersi lasciato alle spalle per sempre, Gil seguirà gli indizi lungo un percorso che porta dalle prestigiose gallerie di New York fino alle buie catacombe di Palermo e scoprirà che nel mondo dell’arte il bene e il male sono dipinti con lo stesso pennello intinto nel sangue.


La recensione di Miriam:

La Natività con i santi Lorenzo e Francesco D’Assisi, il Ritratto di Fillide Melandroni: sono due capolavori perduti di Caravaggio, il primo rubato a Palermo dalla Mafia nel 1969, e mai ritrovato, il secondo andato distrutto nell’incendio della Flakturm Friedrichshain di Berlino durante la seconda guerra mondiale.
Fin qui è storia; ma cosa potrebbe accadere se d’improvviso si scoprisse che le due opere non sono andate perdute per sempre, bensì sono nascoste da qualche parte in attesa di essere recuperate?
È intorno a questa ipotesi che Alex Connor imbastisce la sua trama, un thriller estremamente affascinante che viaggia al confine fra l’avidità dell’animo umano e il fascino della storia dell’arte, facendo rivivere fra le sue pagine un grande artista dall’animo tormentato e la biografia oscurata da tinte fosche e misteri. 
Tutto comincia, o meglio ricomincia, a Londra con un duplice omicidio tale da far accapponare la pelle. Due fratelli, entrambi galleristi, Benjamin e Sebastian Weir, vengono ritrovati barbaramente assassinati: i loro corpi nudi legati, otto chiodi conficcati nei genitali, colla di coniglio in bocca, gli scalpi rimossi e scambiati, quasi che il killer volesse farsi beffe delle sue vittime.
Un modus operandi truce e stravagante, allo stesso tempo, ma non completamente originale. Quando Jacob Levens – collega delle vittime, nonché colui che ne ha scoperto i cadaveri –, chiama l’amico Gil Heckart chiedendo il suo aiuto, il nastro del tempo sembra riavvolgersi con violenza. Gil, infatti, ha visto una scena del crimine molto simile ben sette anni prima a Berlino: due galleristi suoi amici, i coniugi Huber, uccisi nello stesso modo. Una ferita ancora aperta per l’ex investigatore che con quel caso rimasto irrisolto ha concluso ufficialmente la sua carriera.
Mentre i fantasmi del passato si risvegliano, costringendo Heckart a tornare in azione, uno sconosciuto, tale Luca Meriss, pubblica un post sul suo blog attirando l’attenzione degli appassionati d’arte di tutto il mondo. L’uomo dichiara di essere un diretto discendente di Caravaggio e di sapere dove si trovano le due opere dell’artista che tutti credono erroneamente perdute. Un mitomane o la chiave per riportare alla luce un autentico tesoro? 
Di certo non può essere una coincidenza il fatto che questa rivelazione sia giunta in concomitanza con l’omicidio, tanto più perché di lì a poco il killer tornerà a colpire e apparirà chiaro che i suoi bersagli sono tutti galleristi, collegati fra loro e interessati a mettere le mani sui due quadri leggendari. Un sospetto che troverà conferma quando lo stesso Luca Merris comincerà e ricevere minacce e diventerà l’oggetto di una vera  e propria caccia all’uomo. 
Questi sono solo alcuni degli elementi chiave da cui prende il via un plot complesso, ricchissimo di avvenimenti, collegamenti e rimandi, destinati tutti a confluire in un meccanismo narrativo dagli ingranaggi perfetti. 
Su uno sfondo vastissimo, che da Londra ci trascina a Berlino e poi a New York, passando per Palermo, lungo una pista che si snoda fra gallerie d’arte e luoghi pregni di storia come l’inquietante cripta dei Cappuccini, l’autrice orchestra un giallo degno dei grandi maestri del genere. Dissemina indizi per aiutarci  a risolvere l’enigma e nel contempo ci trascina in una girandola di sospetti e macchinazioni tali da depistarci ripetutamente. Impossibile fino alla fine indovinare chi sia il colpevole, così come impossibile è non rimanere a bocca aperta quando il mistero viene svelato, scaraventandoci d’improvviso in una direzione contraria a quella verso cui tutto sembrava spingerci.
Il fascino di questo romanzo, tuttavia, non si esaurisce nella sola parte prettamente poliziesca. Alex Connor padroneggia con maestria l’argomento di cui tratta, rivela una profonda conoscenza del mondo dell’arte, della sua storia ma anche degli aspetti oscuri che ne caratterizzano l’attualità. Le vicende che si snodano nel corso della storia mettono il luce l’avidità di alcuni commercianti di opere artistiche, la brama di possesso, i complotti legati ai traffici leciti o illeciti, facendoci penetrare nelle pieghe più nascoste di un ambiente ricco di fascino ma non meno di sordidi segreti. 
Contemporaneamente, come accennavo all’inizio, fa rivivere Michelangelo Merisi, l’uomo oltre che l’artista. Nel testo si inseriscono, infatti, alcuni brevi capitoli che ci trasportano nel ’600. Sono pagine narrate proprio dal punto di vista di Caravaggio, che ricostruiscono e ci suggeriscono una possibile chiave di lettura dell’ultimo periodo della sua vita, quello che lo vede accusato di omicidio e che gli costa l’espulsione dall’ordine dei Cavalieri di Malta costringendolo alla fuga fino alla morte, anch’essa ammantata di mistero. 
Uno straordinario viaggio spazio-temporale in grado di tenerci con il fiato sospeso e, nello stesso tempo, di farci ritrovare, seppure idealmente, due straordinarie tele andate perse ma mai dimenticate.