giovedì 20 ottobre 2016

Anteprime Beat Edizioni: novembre 2016

Titolo: Amore e inganni
Autore: Whit Stilman
Traduttore: Alessandro Zabini
Editore: Beat
Edizione originale: SuperBeat
Pagine: 256
Prezzo: 13,90

Descrizione:
Deliziosi capelli biondi, delicati occhi grigi e ciglia nerissime, Lady Susan Vernon dimostra non più di venticinque anni, sebbene in effetti ne abbia dieci di più. Il suo contegno è del tutto adorabile e la sua voce e le sue maniere garbate e seducenti. E poi possiede l’incantevole qualità di apparire quasi sempre di ottimo umore, quali che siano le circostanze. Tuttavia c'è chi la giudica impertinente e presuntuosa e sostiene che la condotta da lei tenuta nel cercare marito per la figlia Frederica non si limiti affatto al fare civettuolo in uso nella buona società. Si sussurra che abbia addirittura trascurato il defunto consorte e incoraggiato altri uomini in passato, e stia ora cercando un marito, preferibilmente molto ricco, perfino per se stessa. Per questo, mentre il mondo grida allo scandalo, lady Susan decide di cambiare strategia e senza preavviso alcuno si presenta a Parklands, dimora di suo cognato, capostipite dell'illustre famiglia DeCourcy. Una residenza rinomata per la straordinaria bellezza della sua facciata palladiana e per il contegno non certo esemplare del suo casato. Qui, nella quiete e nel lusso di un’antica dimora, lontana dalle voci maligne che circolano sul suo conto, Lady Susan intende cercare una nuova via che conduca lei e la giovane Frederica all’agognato altare.
Giunto a noi per la prima volta nel 1784, grazie alla penna di una giovane Jane Austen, questa storia ci viene ora raccontata dal nipote di James Martin e della stessa Lady Vernon, Rufus Martin. Inorridito dal modo in cui quell’«autrice zitella, famigerata per le sue narrazioni vergate con penna intinta nel veleno e celate sotto la veste d’agnello dell’Anonimato» ha trattato la figura di sua zia, Rufus si assume quale sacro obbligo il compito di convincere il mondo intero della probità delle intenzioni di Lady Susan. Dal suo puntiglioso resoconto emerge il quadro di una gentildonna moralmente retta, benché scandalosamente attraente e civettuola, che si adopera per il bene della figlia e dell’intera comunità, in netto contrasto con l’epistolario austeniano, posto in calce a questo romanzo.
Riuscitissima e divertente riscrittura dell'opera di Jane Austen, Amore e inganni è una commedia di costume diabolicamente spassosa, e imperdibile per tutti i lettori  della grande scrittrice inglese, notoriamente inclini ad apprezzare l’ironia più di ogni altra cosa.

L'autore:
Whit Stillman è un noto regista, sceneggiatore  e scrittore americano. Con Metropolitan (1990) ottenne una nomination agli Academy Award come miglior sceneggiatura originale.



Titolo: Il bravo di Venezia
Autore: Matthew Gregory Lewis - Heinrich Zschokke
Traduttore: Ada Arduini
Editore: Beat
Edizione originale: SuperBeat
Pagine: 160
Prezzo: 11,90

Descrizione:
Venerato un tempo da tutta Napoli, bandito poi dalla città in seguito alle trame ordite da uno spietato nemico, dopo varie peregrinazioni segnate dall’onta dell’onore perduto, all’alba del Settecento Abellino giunge a Venezia. Nelle cenciose vesti dell’ultimo dei vagabondi e dei reietti, si aggira per le calli, incutendo spavento e timore coi tratti alterati del suo viso, degni del più orribile degli angeli caduti.
Una triste condizione, che lo spinge verso un destino ineluttabile: diventare il bravo di Venezia, il più temuto e inafferrabile bandito della città dei Dogi.
Di lì a poco compare al cospetto del supremo magistrato della Serenissima un giovane di straordinaria bellezza, capace di confondere la mente e l’anima di ogni fanciulla. Dice di essere un aristocratico fiorentino, di chiamarsi Flodoardo e di essere in grado di liberare la città dai bravi, innanzi tutto dal più ripugnante ed efferato di tutti: Abellino.
La risolutezza del giovane convince il Doge, che scaccia ogni sospetto di trovarsi davanti a un avventuriero. La sua avvenenza, inoltre, non tarda a fare breccia nel cuore di Rosabella, l’incantevole nipote del supremo magistrato.
Opera dello stesso autore de Il monaco, primo romanzo gotico inglese della storia, Il bravo di Venezia è un avvincente racconto ambientato in una Venezia in cui nulla è ciò che sembra.
Da grande conoscitore della letteratura tedesca, Lewis lo ricavò riadattando una storia di Heinrich Zschokke. Viene oggi riproposto in una traduzione italiana capace di restituire il duello epico e carico di mistero che l’alimenta, e di catturare l’attenzione del più smaliziato dei lettori odierni.

L'autore: 
Matthew Gregory Lewis (Londra, 1775 - Oceano Atlantico, 1818) è stato un romanziere e drammaturgo britannico. Il suo romanzo gotico, Il monaco, scritto in dieci giorni all’età di diciannove anni, è stato uno dei primi casi editoriali della storia. Fu diplomatico e membro del Parlamento britannico.


Titolo: Confessioni di un peccatore eletto
Autore: James Hogg
Traduttore: Monica Pareschi
Editore: Beat
Edizione originale: SuperBeat
Pagine: 208
Prezzo: 15,00

Descrizione:
Robert Wringhim nasce nella tenuta di Dalcastle, in Scozia, verso la fine del XVII secolo, quando il paese è lacerato da violente dispute politiche e religiose tra gli avversari, in larga parte seguaci della Riforma, e i sostenitori, in larga parte cattolici, di Giacomo II, il re costretto a riparare in Francia.
Wringhim nasce ufficialmente dall’unione della virtuosa figlia di uno zelante calvinista di Glasgow, un tale Baillie Orde, e George Colwan, erede dei possedimenti di Dalcastle di Balgrennan, «un buontempone» per il quale il timore di Dio non è molto superiore a quello nutrito per gli uomini. Robert non fa neanche in tempo ad emettere il primo vagito che il laird, il possidente di Dalcastle, rende chiaro di non avere alcuna intenzione di concedergli il proprio nome, visto che non intrattiene da tempo rapporti di sorta con sua moglie, rivelatasi ai suoi occhi di gentiluomo di campagna, incline a una rustica allegria, come la più inflessibile e la più cupa tra tutti i lugubri seguaci della Riforma.
Così, mentre suo fratello George cresce come un ragazzo generoso e di buon cuore in compagnia del padre nella dimora principale di Dalcastle, per un anno e mezzo Robert vive segregato con la madre in un’ala secondaria del castello, finché non è allevato da Mr Wringhim, l’eminente pastore calvinista, assiduo frequentatore della madre, impietosito a tal punto da acconsentire a dare al bambino il suo nome.
Il ragazzo è in tal modo precocemente esposto ai rigori della fede rigida e arbitraria del suo pastore. Gli insegnano a pregare due volte al giorno, e sette volte alle feste comandate, ma solo per gli eletti, dato che agli altri, ai blasfemi, come Lord Colwan e il fratello George, non è riservato altro che la più pura avversione.
L’incontro con un enigmatico personaggio, Gil-Martin, un essere con poteri demoniaci o, forse, soltanto il prodotto di una mente alterata, porta alle estreme conseguenze l’esaltazione religiosa di Robert, che arriva a compiere le più efferate nefandezze credendosi il flagello nella mano del Signore, lo spirito devastatore nelle dimore degli empi, immune alle leggi e allo stesso peccato. Così, quando una mattina il giovane George viene trovato assassinato, i sospetti non possono che ricadere sul fratellastro, misteriosamente svanito nel nulla.
Scritto nel 1824, Confessioni di un peccatore eletto può essere letto come una magistrale satira dei paradossi della fede, e in modo particolare della dottrina della predestinazione, come un potente affresco dell’identità nazionale scozzese così come si è storicamente data, oppure come quel magnifico romanzo sulla duplicità dell’animo umano che influenzò Robert L. Stevenson nella stesura del suo capolavoro Il dottor Jekyll e mr. Hyde


L'autore: 
James Hogg (Ettrick, Scozia, 1770 - Altrive, Selkirkshire, 1835) è stato un poeta e un narratore scozzese. Di origine contadina, fu incoraggiato all’attività letteraria da W. Scott, con il quale collaborò alla raccolta di antiche ballate (The minstrelsy of the scottishborder, 1802). Compose canzoni, racconti in prosa e in versi riprendendo leggende e storie del folclore scozzese. La sua opera maggiore è Confessioni di un peccatore eletto.


Titolo: Tre amici in cerca di saggezza
Autore: Christophe André - Jollien Alexander - Matthieu Ricard
Traduttore: Francesco Baucia
Editore: Beat
Edizione originale: SuperBeat
Pagine: 496
Prezzo: 14,90

Descrizione:
Tre amici – un monaco buddhista, un filosofo e uno psichiatra – decidono di trascorrere dieci giorni in Dordogna, vicino Bordeaux, per riflettere sugli aspetti più importanti dell’esistenza.
Il filo comune è il seguente: la vita è troppo breve per sprecarla dietro a cose futili, quindi come possiamo viverla al meglio? Quali dovrebbero essere le nostre aspirazioni più profonde?
Come calmare il disagio che ogni tanto sentiamo verso noi stessi, e verso gli altri? Come superare il dolore?
Su ognuno di questi argomenti, e su molti altri ancora, i tre autori raccontano le loro esperienze, i loro sforzi e le lezioni apprese lungo il loro percorso professionale, trascrivendole sotto forma di dialogo. Alla fine di queste riflessioni, la chiave individuata è smettere di pensare soltanto a noi stessi e concentraci sul prossimo.
Perché, anche se talvolta lo dimentichiamo, siamo tutti sulla stessa barca. E perché è solo dall’amore per il prossimo, dal rispetto che vogliamo dare (e ricevere), che nascono i pensieri positivi a cui ognuno di noi deve aggrapparsi.
Il risultato è un libro sincero, originale e intimo, che non si limita a mettere a fuoco le problematiche della vita reale, ma fornisce ai lettori una mappa di consigli pratici, di riflessioni profonde e di citazioni illuminanti.


Gli autori:
Christophe André è stato uno dei primi psichiatri a introdurre l’uso della meditazione in psicoterapia. Tra i suoi vari libri ricordiamo: Imperfetti e felici (Corbaccio, 2008) e La stima di sé (TEA, 2009).

Jollien Alexander è un filosofo. Ha trascorso diciassette anni in un istituto specializzato per le persone con disabilità. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è Abbandonarsi alla vita (Qiqajon, 2013).

Matthieu Ricard è monaco buddista taoista da quasi quarant’anni. Vive in Nepal, dove si dedica a progetti umanitari per conto dell’associazione Karuna-Shechen. Tra i suoi libri pubblicati in Italia ricordiamo: Il monaco e il filosofo (con Jean Francois Revel, Neri Pozza, 1997).


Titolo: Romanzo siciliano
Autore: Ann Radcliffe
Traduttore: Rita Bernini
Editore: Beat
Edizione originale: SuperBeat
Pagine: 240
Prezzo: 12,90

Descrizione: 
Giulia ed Emilia, giovani dame del Cinquecento, vivono nel castello di Mazzini, fosco maniero di una Sicilia che, a dispetto delle sue valli assolate, viene descritta come una terra cupa e misteriosa, luogo privilegiato di un esotismo nero, teatro dell’orrore. Il padre delle fanciulle, il marchese Mazzini, un uomo arrogante e violento, le ha abbandonate anni prima, risposandosi e conducendo una vita di vizi e luccicante mondanità a Napoli. A richiamarlo nell’isola è la morte dell’anziano maggiordomo, il quale non riesce, prima di morire, a svelare il mistero relativo ai sotterranei del castello. Il ritorno in Sicilia del marchese, accompagnato dalla nuova moglie, dal figlio Ferdinando e da tutto il suo turbolento corteo, sconvolgerà gli equilibri del maniero, riportando a galla verità sepolte e segreti inconfessabili.
Tra colpe impunite, amori impossibili e vendette, in un’atmosfera di fatale disfatta e inspiegabili accadimenti, Ann Radcliffe conduce il lettore attraverso una emozionante girandola di colpi di scena degni del più sofisticato thriller.

L'autrice:
Ann Radcliffe è stata una scrittrice inglese del XVIII secolo. Pioniera della letteratura horror, e in particolare del romanzo gotico, viene ricordata come prima autrice di bestseller. La sua opera ebbe una notevole influenza su grandi autori del passato come Jane Austen, Mary Shelley, Charlotte Brontë, John Keats, George Gordon Byron, Charles Dickens, Wilkie Collins e Daphne du Maurier.

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