martedì 20 giugno 2017

Recensione: Il mistero di Abbacuada

Titolo: Il mistero di Abbacuada
Autore: Gavino Zucca
Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo eBook: 4,99
Prezzo cartaceo: 10,00

Descrizione:
Tempi duri per il tenente dei carabinieri Giorgio Roversi: trasferito in Sardegna per motivi disciplinari, il giovane ufficiale si trova proiettato in una terra che niente ha in comune con la sua amata Bologna. E a breve dovrà pure dire addio al suo segreto peccato di gola: la scorza di cioccolato per cui va matto è introvabile a Sassari… Sono passati solo pochi giorni dal suo arrivo, quando Roversi deve fare i conti con un omicidio. Luigi Gualandi, proprietario di Villa Flora, ha scoperto un cadavere con un orecchio mozzato nella grotta di Abbacuada, un luogo pericoloso ai confini della sua tenuta. Tutto lascia pensare a una vendetta consumatasi secondo i canoni del codice barbaricino. Un codice d’onore non scritto, quasi una giustizia parallela, che Roversi ignora del tutto e lo mette di fronte alla Sardegna più arcaica e misteriosa. Per fortuna, ad affrontare il caso non è solo: Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma, sarà un prezioso alleato per il tenente, a cui lo unisce una viscerale passione per Tex Willer. L’incontro tra i due è determinante: alle proprie capacità deduttive, Roversi può affiancare le efficaci e preziose intuizioni di Gualandi. Ma un delitto che sembrava semplice si rivela molto più complicato del previsto…

La recensione di Miriam: 
Il tenente Giorgio Roversi è appena giunto a Sassari, dov’è stato trasferito per un provvedimento disciplinare, quando si ritrova a dover gestire un’indagine per omicidio. Carlo Ferrero, un proprietario terriero noto in zona, viene ritrovato assassinato nella grotta di Abbacuada. Le tracce sulla scena del crimine sono poche e confuse, il movente difficile da indovinare, l’unico indizio interessante sembra essere l’orecchio mozzato del cadavere, un dettaglio che rimanda al codice barbaricino, ovvero un codice d’onore, arcaico quanto cruento, con cui pastori sardi erano soliti regolare i conti fra loro.
Per un bolognese come Roversi, il caso rappresenta una vera sfida perché sin da subito appare chiaro che per poterlo risolvere occorre entrare in sintonia con la mentalità e la cultura del posto.
Stavolta il suo spirito di osservazione, quello che assimila il suo lavoro a quello di uno scienziato – come sostiene da laureato in fisica – non può bastare. È necessario entrare nel merito delle dinamiche che regolano i rapporti fra confinanti, comprendere l’importanza attribuita dai pastori al bestiame, conoscere gli usi e i costumi dell’isola.
Fortunatamente il tenente non è solo. Luigi Gualandi, ex veterinario dell’arma ora in pensione, nonché colui che ha scoperto il cadavere, si offre infatti di dargli una mano, aiutandolo proprio laddove da solo fallirebbe. Fra i due uomini scatta subito un’intesa, sugellata anche dalla passione per Tex Willer che li accomuna.
Il mistero di Abbacuada è un giallo interessante e diverso dal solito proprio perché fortemente radicato nel territorio in cui si consuma il delitto. Il crimine su cui si indaga, in realtà, è quasi un pretesto, un’occasione fornita, al tenente Roversi quanto al lettore, per addentrarsi nei misteri della Sardegna, per conoscere la sua gente, le sue tradizioni e, perché no, i suoi segreti più reconditi.
L’autore ci fa compiere un doppio viaggio, non solo spaziale ma anche temporale, perché la storia si colloca agli inizi degli anni Sessanta, in un periodo in cui forse le vecchie tradizioni erano più vive che oggi sull’isola e in cui il boom turistico era solo in germe.
La lettura ci propone un intrigante caso poliziesco ma nello stesso tempo ci offre l’opportunità di approfondire la conoscenza di una terra ricca di fascino. Leggendo veniamo travolti dai colori dei suoi paesaggi, dagli odori e dai sapori dei piatti tipici ma non meno dalla cionfra, il peculiarissimo modo sardo di divertirsi con ironia. Ed è l’ironia a caratterizzare anche lo stile narrativo, scandendo un ritmo che alterna tensione e divertimento.
Se il codice barbaricino ci racconta di un regolamento rigido e violento, mettendo in luce un volto oscuro di questa terra, gli amici di cui gradualmente si circonda Roversi ci raccontano di un popolo ospitale e solidale. A Villa Flora, dimora di Gualandi, il tenente conosce gli altri suoi familiari e la domestica Caterina che lo accolgono con calore e si prestano, tutti indistintamente, a fornire il loro contributo alla risoluzione del giallo, formando una squadra davvero speciale. Una squadra colorita, ben assortita e compatta che non mancherà di comprendere il cane Argo e il maiale da compagnia Giovannino. Questi ultimi, non meno degli umani, forniranno un aiuto prezioso perché saranno protagonisti di un giallo nel giallo e, se pur inconsapevolmente finiranno per dare una svolta decisiva alle indagini.










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