domenica 4 giugno 2017

Recensione: la donna di ghiaccio

Titolo: La donna di ghiaccio
Autore: Robert Bryndza
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo eBook: 2,99
Prezzo cartaceo: 9,90

Descrizione:
Il corpo congelato. Occhi spalancati e labbra socchiuse. Come se fosse morta mentre era sul punto di parlare…
Quando un ragazzo scopre il cadavere di una donna sotto una spessa lastra di ghiaccio in un parco di Londra, la detective Erika Foster viene subito incaricata dell’indagine sull’omicidio. La vittima, giovane, ricca e molto conosciuta negli ambienti della Londra bene, sembrava condurre una vita perfetta. Ma quando Erika comincia a scavare più a fondo tra le pieghe nascoste della sua esistenza, trova degli strani punti di collegamento tra quell’omicidio e l’uccisione di tre prostitute, assassinate secondo un macabro e preciso rituale. Ma chi era veramente la ragazza nel ghiaccio? Quali segreti nascondeva? Il ritratto che ne dà la famiglia corrisponde alla verità? Erika ha l’impressione che tutti gli elementi a cui si aggrappa nel corso delle ricerche le scivolino via dalle dita, ma è cocciuta, determinata e disposta a qualunque cosa pur di arrivare a capire che cosa si cela dietro quella morte violenta…

La recensione di Miriam: 
Una lastra di ghiaccio separa la vita dalla morte. Intrappolato sotto la superficie di un lago congelato, sito in un parco di Londra, viene ritrovato il cadavere di una ragazza, la sua bellezza conservata intatta dal freddo ma il cuore ormai fermo da diverso tempo.
Andrea Douglas-Brown – questo il suo nome – apparteneva una famiglia altolocata ed era in procinto di sposarsi con un ricco imprenditore. Non le mancava nulla, la sua vita era invidiabile, almeno questo è ciò che sembra e che tutti sono pronti a giurare. Ma sarà davvero così o dietro una facciata illusoria si nasconde ben altra verità?
Per scoprirlo viene ingaggiata la detective Erika Foster. La donna non è esattamente all’apice della sua carriera, è reduce da un bruciante fallimento: un’operazione conclusasi in maniera tragica e che è costatata la vita ad alcuni agenti, fra cui il suo stesso marito. Il nuovo caso per lei rappresenta una sfida ma anche un’occasione di riscatto, un’opportunità per dimostrare ai suoi superiori, ai colleghi, all’opinione pubblica che l’ha massacrata, ma nondimeno a se stessa, che non ha perso le sue capacità ed è ancora in grado di svolgere il suo mestiere.  
Sin da subito Erika si ritrova a indagare in un ambiente ostile. Fatta eccezione per il detective Moss – una donna brillante e determinata quanto lei – tutti sembrano scrutarla con sospetto e mettere in discussione le sue ipotesi. I colleghi si pongono sulle tracce di un ex di Andrea, il primo sospettato, seguendo la pista di un delitto passionale, mentre la Foster è convinta che la soluzione del caso non sia così scontata. Ci sono diverse note stonate nella vita della ragazza, vari elementi che non tornano e un paio di testimonianze che sembrano suggerire un’altra via, più impervia ma a suo avviso molto più realistica.
La stessa famiglia Douglas-Brown, appare “finta” nella sua impeccabilità. Il signor Simon mantiene intatta la sua freddezza, la moglie oscilla fra compostezza e disperazione, mentre il fratello e la sorella della vittima non paiono sinceramente turbati dall’accaduto, quasi si aspettassero che Andrea facesse una brutta fine o fossero sollevati dalla sua uscita di scena. L’idea che se ne ricava più che di armonia è quella di un gruppo ambiguo con un bel bagaglio di segreti da nascondere.
Del resto, grattando sotto la superficie, Erika scopre che Andrea non era la giovane irreprensibile che tutti vogliono far credere. Non era fedele al suo promesso sposo, era una libertina, amava divertirsi e frequentare luoghi non proprio consoni a una brava ragazza. Non a caso, l’ultima volta che è stata vista viva era in un pub malfamato di Londra. Cosa ci faceva lì e chi erano i suoi misteriosi accompagnatori, ora svaniti nel nulla?
Per rispondere a simili interrogativi la detective dovrà andare controcorrente, infrangere le regole, rischiare, giacché il suo capo le remerà contro e tenterà in tutti i modi di dissuaderla dal seguire piste che reputa fantasiose.
La verità è che la polizia vuole chiudere quanto prima il caso, dando in pasto ai media un colpevole perché il padre di Andrea è una persona molto influente e tutti fremono dalla voglia di compiacerlo. Erika, invece, è mossa da altri ideali e vuole la verità. Quel che conta, per lei, nonostante tutto, non è portare a casa un successo ma fare chiarezza e stanare il vero colpevole, tanto più perché andando avanti con le sue ricerche si convince che l’assassino sia un serial killer, che abbia mietuto altre vittime e che, probabilmente, lo farà ancora.
La donna di ghiaccio è un thriller molto appassionante, si regge su una trama complessa e ricca di svolte inattese. Ogni pagina ci riserva una nuova scoperta destinata a scompaginare tutto e a mettere in discussione qualsiasi certezza raggiunta. Più volte si ha la sensazione si essere orami prossimi alla soluzione, ma è un’illusione che dura pochissimo poiché emerge sempre un nuovo elemento che azzera i risultati precedenti e fa ripartire le indagini dal principio. I capitoli brevi, lo stile incalzante fanno sì che la lettura scorra rapida e non ci si annoi mai. Il vero punto di forza del romanzo, tuttavia, è rappresentato da Erika Foster. Leggendo, in effetti, non ci si appassiona solo al giallo ma anche a questo personaggio che si afferma come un raggio di sole in un ambiente torbido. Un’eroina per nulla infallibile ma dotata di mirabile intuito, coraggio e grande sensibilità; una donna che pur avendo sofferto e avendo incassato un duro colpo non ha smesso di credere nella giustizia.


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