domenica 8 ottobre 2017

Recensione: Schiavi dell'inferno

Titolo: Schiavi dell’inferno
Titolo originale: Hellbound Heart (1986)
Autore: Clive Barker
Traduzione: Francesca Noto
Revisione: Alessandro Manzetti
Proofreading: Miriam Mastrovito
Illustrazione di copertina: Daniele Serra
Editore: Independent Legions Publshing
Formato Cartaceo ed eBook
Pagine: 185
Lingua: Italiano
Pubblicazione: ottobre 2017
Prezzo di copertina edizione cartacea: € 17,00
Prezzo di copertina edizione eBook: € 4,99
Disponibile su Amazon


Descrizione:
La novella da cui è stato tratto il celebre film Hellraiser (1987) e che ha dato vita all'iconico personaggio di Pinhead. L'insaziabile appetito di Frank Cotton per i piaceri più estremi lo ha condotto a risolvere l'enigma della scatola di Lemarchand, un portale in grado di garantire
l'accesso a un mondo extra-dimensionale abitato dai Cenobiti, membri di un ordine religioso dedicato a insondabili ed estremi piaceri carnali, che lo hanno imprigionato in uno stato di non-esistenza di eterna tortura e sofferenza. Ma la moglie di suo fratello, Julia, ha scoperto un modo per riportare in vita Frank e liberarlo dalla sua prigione di dolore, anche se il prezzo da pagare sarà terribile.

L'autore:
(Liverpool, 1952), scrittore, regista, sceneggiatore e pittore britannico, uno dei più grandi interpreti
moderni del genere horror e fantastico. Tra i suoi romanzi: The Damnation Game (1985), The Hellbound Heart (1986), Weaveworld (1987), Cabal (1988), Imajica (1991), The Thief of Always (1992), Sacrament (1996), Galilee (1998), Coldheart Canyon (2001), Abarat (2002), Days of Magic, Nights of War (2004), Mister B. Gone (2007), Absolute Midnight (2011), The Scarlet Gospels
(2015); tra le sue raccolte di racconti: Books of Blood (1984–1985), The Inhuman Condition (1985), In the Flesh (1986), The Essential Clive Barker: Selected Fiction (2000), Tonight, Again: Tales of Love, Lust and Everything in Between (2015). Molte delle sue opere sono state tradotte in italiano, tra le quali: Gioco Dannato (The Damnation Game, Sperling & Kupfer), Schiavi
dell’Inferno (The Hellbound Heart, Sonzogno), Il Mondo in un Tappeto (Weaveworld, Longanesi), Cabal (Cabal, Sonzogno), Imagica (Imajica Sonzogno), La Casa delle Vacanze (The Thief of Always, Fabbri), Sacrament (Sacrament, Sonzogno), Galilee (Galilee, Sonzogno), Il Canyon delle Ombre (Coldheart Canyon, Sonzogno). Per i nostri tipi, dell’autore sono stata pubblicati: a
Giugno 2017, col titolo di Jakabok – Il Demone del Libro, la prima edizione italiana del romanzo Mister B. Gone (2007); a Luglio 2017, col titolo di Vangeli di Sangue, la prima edizione italiana del romanzo The Scarlet Gospels (2015); a Settembre 2017, col titolo di Anime Torturate – La Leggenda di Primordium, la prima edizione italiana della novella Tortured Souls – The
Legend of Primordium (2001). Dalle sue opere The Hellbound Heart e Cabal sono stati tratti i film Hellraiser (1987) e Nightbreed (1990), diretto dallo stesso autore, che ha diretto, prodotto o sceneggiato diversi altri film.
Molte delle sue opere sono state adattate per serie di fumetti e videogames. Ha scritto inoltre per il teatro, e ha pubblicato libri d’arte contenenti le sue opere figurative.

La recensione di Miriam:
Dopo la recente pubblicazione di Vangeli di sangue (capitolo conclusivo della saga di Hellraiser), Independent Legions Publishing, ripropone, in una nuova edizione, la novella che ha originato il mito, ispirando il film cult del 1987.
Un must per gli appassionati del genere, ma anche un’opera che merita di essere riscoperta, non solo perché ci mostra un Barker in ottima forma – con unghie e denti affilati, eppure capace di un sorprendente lirismo, come nel suo stile –, ma perché a distanza di trent’anni conserva ancora tutta la sua freschezza e la sua efficacia narrativa. Se la pellicola, pur facendosi apprezzare ancor oggi, tradisce la sua età (penso agli effetti speciali o al look dei protagonisti, inequivocabilmente vintage), lo stesso non può dirsi per il testo scritto che sembra del tutto immune allo scorrere del tempo, anzi, stupisce per la sua modernità tematica e stilistica.
Proprio come la mitica scatola di Lemarchand, il racconto si offre al lettore quasi fosse un cubo a più facce, uno scrigno accessibile attraverso diverse chiavi interpretative. La noia, intesa come elemento scatenante, potrebbe essere una di queste. Frank, uno dei protagonisti, è un avventuriero e un eterno insoddisfatto. Nella sua giovane vita, infrangendo la legge e senza crearsi alcuno scrupolo, si è procurato donne, denaro e qualsiasi forma di sballo, votandosi all’edonismo più sfrenato. Dopo aver ottenuto tutto, si rende conto però di non riuscire più a provare piacere perché il mondo non sembra avere più nulla di nuovo da offrirgli allo scopo. È per sfuggire al tedio, all’apatia che, quando sente parlare della scatola di Lemarchand, decide di procurarsela. Il misterioso congegno sarebbe, infatti, in grado di aprire l’accesso su un’altra dimensione e richiamare da lì i Cenobiti, creature sovrannaturali capaci di iniziare l’essere umano a una forma di piacere supremo.
A innescare la bomba è un equivoco di fondo: Frank recupera il manufatto e riesce a farlo funzionare, e i Cenobiti si apprestano a esaudire il suo desiderio come nelle più rosee previsioni, ma quel che l’uomo non ha messo in conto è che l’idea di piacere (ed ecco una possibile seconda chiave interpretativa) di quelle creature infernali può essere molto diversa dalla sua, e può rivelarsi assai più che deludente.
A partire da questo incipit la novella ruota intorno al desiderio di Frank di tornare sui suoi passi. Come si può facilmente presagire, il cammino a ritroso non è percorribile, ma lui decide di sfidare ogni regola ed escogita un modo per riuscire nell’impresa. Questo modo renderà indispensabile l’ausilio di un alleato – e qui dovrà giocarsi la carta dell’amore – oltre a richiedere un ingente tributo di sangue.
Dal punto di vista della trama, su cui eviterò di soffermarmi ulteriormente, la novella e la sua trasposizione cinematografica sono perfettamente sovrapponibili (escludendo piccolissimi dettagli), la prima tuttavia ha una marcia in più, ed è  per questo che ne consiglio vivamente la lettura anche a chi ha visto il film. Barker è un mago con la parola scritta, un po’ anima dannata, un po’ poeta, a tratti splatter, per altri versi romantico, riesce a dare spessore ai personaggi, anche in poco spazio, e a condensarvi una miriade di emozioni contrastanti.
Schiavi dell’inferno, per molti aspetti, è il classico racconto horror che si legge con il battito cardiaco accelerato, in cui le immagini raccapriccianti si alternano ai momenti di alta tensione, in cui il terrore è latente ma è sempre lì in agguato e ci fa sentire il suo alito gelido sul collo. Nello stesso tempo però è anche un racconto dark sul male di vivere (a proposito di attualità), un volo pindarico spiccato a partire dalla noia di chi ha ormai tutto e non trova più nulla da desiderare, ed è una maledetta storia d’amore a senso unico. Come lo stesso Barker sottolinea  nell’epilogo, che è pura poesia e lascia un groppo in gola, un cuore spezzato è un enigma che né l’intelligenza né il tempo possono risolvere; e mentre la scatola di Lemarchand ci sfida con le sue orripilanti meraviglie anche questo mistero prende forma, proponendosi come un’altra delle molteplici chiavi di accesso al mondo che si dischiude fra le righe.







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