giovedì 7 dicembre 2017

Review Party: Rapimento e riscatto

Buongiorno cari follower,

benvenuti al Review Party dedicato a Rapimento e riscatto di Vito Bruschini (Newton Compton), un romanzo ispirato alla vera storia del rapimento di Paul Getty, erede dell’uomo più ricco del mondo.

Titolo: Rapimento e riscato
Autore: Vito Bruschini
Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 10,00

Descrizione:
John Paul Getty III, nipote sedicenne di un ricchissimo petroliere americano, scompare a Roma nella notte del 10 luglio 1973 nei pressi di piazza Farnese. Capelli lunghi e atteggiamento anticonformista, il ragazzo frequenta l’ambiente bohémien della capitale, tra Campo de’ Fiori, Santa Maria in Trastevere e Piazza Navona. All’inizio la notizia non ha grande eco sugli organi di informazione: tre mesi dopo la sua sparizione, la famiglia e gli investigatori non sono ancora certi se si tratti di un vero sequestro o piuttosto sia una messinscena del giovane per estorcere una montagna di soldi all’avaro nonno. Ma quando viene recapitata al quotidiano Il Messaggero una busta con un orecchio mozzato del giovane Getty non ci sono più dubbi. Il gesto brutale impressiona l’opinione pubblica italiana e internazionale e quello del sequestro Getty diventa il caso più seguito dai media di tutto il mondo. Ambientato nella Roma della Meglio Gioventù, lo straordinario racconto di un dramma familiare, umano e politico che ha segnato un’epoca e l’ingresso trionfale della ’Ndrangheta nelle cronache e nel tessuto sociale del nostro Paese degli anni a venire.

La recensione di Miriam: 
Ispirato a un reale fatto di cronaca, Rapimento e riscatto ricostruisce la vicenda, in chiave romanzata, del sequestro di Paul Getty, nipote di un noto petroliere miliardario, avvenuto a Roma nel 1973.
Il libro si apre con una rapida panoramica sulla capitale di quei tempi, che mette a fuoco l’ambientazione socioculturale e nello stesso tempo alcuni personaggi chiave della storia. Da un lato conosciamo la vittima, Paul Getty, un ragazzo viziato che, sedotto dallo stile di vita bohémien, si è allontanato dalla famiglia. Sessioni di pittura per strada, festini a base di alcol, droga e sesso: sono queste le attività che scandiscono le sue giornate.
È un articolo apparso su un giornale, che lo identifica come il nipote dell’uomo più ricco del mondo, ad attirare l’attenzione di un gruppetto di malavitosi. Sarchiapone, Dalmata, Findus, Ferce Azzurra, Topo Gigio sono i componenti della batteria di Ponte Sisto, criminali di bassa lega che arrotondano i loro stipendi da fame dedicandosi a piccoli furti. In Paul vedono l’occasione per compiere il grande salto: un colpo diverso dal solito che potrebbe fruttare loro un mucchio di soldi. Se lo rapissero, la sua facoltosa famiglia sarebbe di certo disposta a pagare un riscatto a parecchi zeri. L’impresa non è alla loro portata, non hanno la giusta esperienza e nemmeno i mezzi per mettere in pratica questo folle piano, tuttavia i ragazzi non demordono e studiano un valido compromesso: demanderanno il compito a gente più qualificata, loro si limiteranno a fare da gancio accontentandosi solo di una percentuale sul guadagno. Del resto la misera quota di una cifra astronomica non può che essere comunque appetitosa.
È così che entra in gioco la ’ndrangheta calabrese e la partita ha inizio.
Il romanzo si sviluppa come un thriller adrenalinico, a partire dal momento in cui Paul viene catturato, seguiamo tutte le tappe della sua lunga prigionia, tappe scandite da vari spostamenti nel territorio impervio dell’Aspromonte – è lì che il giovane verrà nascosto – nonché dalle violenze che subirà, e che culmineranno nell’amputazione di un orecchio.
Contemporaneamente, assistiamo alle estenuanti trattative con i rapitori, ma anche a quelle all’interno della famiglia Getty che, sin dal primo momento si ritroverà divisa. Mentre la madre di Paul, Gail, è propensa a pagare il riscatto ed è determinata a fare qualsiasi cosa pur di salvare suo figlio, il padre e il nonno si mostrano cinici, indifferenti alle sorti del consanguineo, di sicuro più attaccati ai soldi, che non intendono assolutamente mollare. Il vecchio petroliere si giustifica dicendo che cedere alle richieste dei sequestratori significherebbe incoraggiarli, ne fa dunque una questione di principio, ma fino alla fine rimarrà il dubbio sulla sincerità delle sue affermazioni, meno convincenti dell’avarizia che lo contraddistingue.
Scavando con crudo realismo e grande credibilità in un terribile dramma familiare, Vito Bruschini non solo imbastisce una trama in grado di tenerci con il fiato sospeso ma esplora pregi e difetti dell’animo umano, e nello stesso tempo mette a fuoco un triste momento storico, quello in cui la ’ndrangheta esce dai ristretti confini locali e inizia a mettere radici profonde nel tessuto sociale del nostro paese. Il sequestro Getty si inserisce, infatti, in un disegno criminoso più ampio, più ambizioso, giacché i suoi ideatori si prefiggono di utilizzare i soldi del riscatto per introdursi nel narcotraffico.
La lettura si rivela sconvolgente sotto diversi punti di vista. Da un lato si rimane agghiacciati dalla freddezza dei rapitori, dalla disinvoltura con cui trattano un essere umano alla stregua di un semplice oggetto per raggiungere il loro scopo; dall’altro si rimane profondamente turbati dal cinismo che connota gli uomini della famiglia Getty, dalla solitudine, dal vuoto che si percepisce a monte nella vita di Paul. Dal mio punto di vista questo è l’aspetto più triste dell’intera vicenda, quello che mi ha destabilizzata più di tutto. Il giovane rapito viene letteralmente abbandonato nelle mani dei suoi aguzzini, proprio da coloro che dovrebbero amarlo e proteggerlo, e che invece lo immolano in nome del dio denaro. L’autore riesce a rendere con grande efficacia, e attraverso passi toccanti, gli stati d’animo dei protagonisti, esplorando l’angoscia di Paul, l’indifferenza del padre e del nonno ma anche l’amore incondizionato della madre che, sebbene messa all’angolo, lotta contro tutto e tutti pur di riavere suo figlio, e alla fine vince.











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