mercoledì 11 aprile 2018

Review Party: Profezia vaticana+intervista

Buongiorno cari follower,
oggi vi proponiamo un nuovo Review Party dedicato a Profezia vaticana di Josè Rodigues do Santos (Newton Compton), un thriller adrenalinico che, oltre a tenerci con il fiato sospeso, ci consente di approfondire scottanti verità. Alla recensione segue un'intervista all'autore, che ringraziamo per la sua disponibilità.

Titolo: Profezia vaticana
Autore: Josè Rodrigues Dos Santos
Editore: Newton Compton
Pagine: 528
Prezzo ebook: 3,99
Prezzo cartaceo: 12,00

Descrizione:
Un commando di uomini dello Stato Islamico entra clandestinamente in Vaticano e il papa scompare nel nulla. Qualche ora più tardi comincia a circolare su internet un video nel quale i terroristi mostrano il prigioniero facendo un annuncio sconvolgente: il papa sarà decapitato a mezzanotte in diretta mondiale.
Parte un angoscioso conto alla rovescia, mentre si scatena il caos. Milioni di persone si riversano in strada, le tensioni tra cristiani e musulmani aumentano sensibilmente e alcuni Paesi arrivano addirittura a prepararsi per una guerra imminente.
Tomás Noronha, che sta lavorando ai suoi studi nelle catacombe di San Pietro, viene immediatamente coinvolto nelle indagini per scoprire il luogo in cui è nascosto il papa e si imbatte in un nome enigmatico: Omissis. Che cosa significa?
Seguire questa traccia è l’unica speranza di trovare il pontefice prima che si scateni una crisi globale, ma addentrarsi tra le spire di un segreto così oscuro potrebbe richiedere un prezzo altissimo…

La recensione di Miriam:
Tre notissime profezie, quella di Fatima, di PioX e di Malachia annunciano un evento catastrofico a Roma culminante con la morte del Papa. Diversi studiosi – così come, ai tempi, lo stesso Pontefice interessato – ritengono che la predizione si sia avverata con l’attentato a Giovanni Paolo II, avvenuto nel 1981. Ma sarà davvero così? In effetti, molti sono i punti delle tre profezie riconducibili a quell’evento; tuttavia, ci sono anche alcuni particolari che non vi trovano riscontro, primo fra tutti il fatto che quel Papa è sopravvissuto, mentre le previsioni parlano della sua morte.
In Profezia vaticana, il Pontefice in carica esprime la certezza che i tre testi profetici si riferiscano alla sua persona e che la sua morte avverrà per mano dell’Isis, che gli ha già rivolto delle minacce. Lo rivela allo storico Tomàs Noronha, giunto in Vaticano per compiere degli studi nelle catacombe di San Pietro, chiedendogli di aiutarlo ad approfondire la questione.
I timori del Papa, ben presto, si confermano fondati giacché a distanza di pochissimo, viene sequestrato. Un gruppo di terroristi islamici rivendica il rapimento attraverso un video diffuso sul web che mostra il Capo della Chiesa legato e in ginocchio, pronto per essere giustiziato. Se entro la mezzanotte di quello stesso giorno, l’occidente non si convertirà all’Islam, o in alternativa pagherà un tributo al Califfo, la testa del prigioniero cadrà.
Mentre una folla oceanica di fedeli si accalca in Piazza San Pietro nel tentativo di scongiurare la tragedia con la preghiera, e l’ispettore Trodela indaga, senza troppa convinzione, Tomàs Noronha si attiva, al fine di scoprire il luogo in cui il Santo Padre è tenuto prigioniero ma anche chi e cosa si cela esattamente dietro il suo sequestro. Lo storico, infatti, è convinto che i terroristi islamici non abbiano agito da soli, per poter giungere al Papa devono necessariamente aver contato sull’aiuto di una talpa, un traditore che si aggira proprio in Vaticano. A confermare i suoi sospetti, è l’appello che lo stesso Pontefice rivolge nel video girato dai rapitori, una frase all’apparenza priva di particolare significato ma che lo studioso – esperto fra l’altro di criptoanalisi – riconosce come messaggio in codice. Sarà proprio da qui che partirà per ricercare la verità in una disperata e concitata lotta contro il tempo.
Sebbene siano tanti i thriller ambientati in Vaticano, questo di José Rodrigues dos Santos si distingue per la sua originalità. A renderlo diverso dal solito è il fatto che la finzione si introduce in punta di piedi, rimanendo quasi al margine, in una storia che si nutre di fatti e documenti storici. L’autore ha inventato l’episodio del sequestro e della pista islamica, ma il vaso di Pandora che questo accadimento scoperchia attiene alla realtà. Partendo da una premessa di fantasia, ripercorre con puntualità un lunghissimo quanto triste capitolo della storia delle Chiesa. Andando a ritroso fino agli anni Settanta, ricostruisce lo scandalo del Banco Ambrosiano, la morte sospetta di Papa Giovanni Paolo I, i collegamenti fra la Santa Sede e la Mafia, fino a giungere al coinvolgimento dello IOR in operazioni di riciclaggio di denaro sporco. Insomma, una lunga storia, torbida, complessa e tristemente vera che racconta la corruzione della Chiesa, il suo ruolo da protagonista in affari loschi, che nulla hanno a che vedere con la salvezza delle anime e che mostrano un totale spregio per l’etica.
Leggendo questo romanzo, inevitabilmente si rimane avvinti dalla trama avventurosa, intrappolati in un countdown all’ultimo respiro che rende quasi impossibile staccare gli occhi dalle pagine – sono più di 500 e personalmente le ho divorate nell’arco di due giorni –, ma nello stesso tempo si ha l’opportunità di approfondire un argomento scomodo e di grandissima attualità, di cui forse non si parla mai abbastanza e che offre davvero interessanti spunti su cui riflettere. L’abilità del narratore si coniuga con una grande mole di informazioni ricavate da attente ricerche sul tema (basti dare un’occhiata alla corposa bibliografia in coda per farsi un’idea degli studi condotti dall’autore), dando vita a un libro che ha tutto il potere di intrattenimento della fiction ma anche, in diversi passi esplicativi, il rigore di un saggio.
Una bellissima occasione per godersi una lettura mozzafiato, che di sicuro conquisterà gli appassionati di thriller, entrando, nello stesso tempo, nel merito di un’analisi lucida su una serie di verità spinose, spesso taciute per covenienza.

Intervista all'autore


Cosa ti ha fornito l’ispirazione per Profezia Vaticana?
JRS: Tempo fa avevo deciso di non affrontare mai il tema Vaticano. Non perché lo ritenessi delicato, ma perché sono stati scritti fin troppi romanzi sull’argomento. Il giorno della nomina di Papa Francesco, tuttavia, mentre seguivo l’evento in televisione, ho visto la grandezza cesariana della cerimonia, con i vescovi, le Guardie Svizzere, la folla immensa, gli edifici antichi, e ho pensato: come posso ignorare tale magnificenza? Cosa c’è dietro questa facciata? Quale bruttezza può nascondere tutta questa bellezza? Tanta corruzione, di sicuro. Ecco come mi è venuta l’idea di scrivere Profezia vaticana.
Credi nella Profezia di Malachia?
JRS: Ci credo e non ci credo. La profezia esiste e dice che Francesco sarà l’ultimo Papa. È un buon punto di partenza per un romanzo. Questo Papa sarà l’ultimo come Malachia ha predetto? Sarà assassinato, come annuncia la Profezia di Fatima? I miei romanzi mescolano sempre fiction e realtà, e questo mi è sembrato un argomento stimolante di cui scrivere.
Uno dei tuoi personaggi principali è l’attuale Papa, Francesco. Quanto è stato difficile scrivere di una persona così importante mentre è in vita e in carica?
JRS: Beh, a dire il vero, nel libro non faccio mai il nome “Francesco”. Nel romanzo mi riferisco sempre al “Papa”. Nessun nome. Quindi, il mio è un Papa immaginario. In ogni caso, ho preso tanto da Papa Francesco. È stato una fonte di ispirazione, nulla più.
Nel tuo libro parli della corruzione della Santa Sede, mostri un’istituzione che si cura del denaro più che delle anime, nonostante ciò che la religione cattolica predica. Secondo te, questa corruzione può causare una mancanza di fede?
JRS: La corruzione è nella natura umana, temo. Penso che la realtà emerga chiaramente in questo romanzo. Un famoso romanziere portoghese, Eça de Queiroz, una volta ha detto “siamo fatti tutti della stessa sostanza”. Gli uomini di chiesa non fanno eccezione, anche se hanno la presunzione di essere diversi.
Quale messaggio vuoi che i lettori traggano dalla lettura del tuo libro?
JRS: Mi piace mischiare fiction e realtà. Il protagonista si innamora di una ragazza? Questa è finzione. Il protagonista comprende la corruzione del pontificato di Giovanni Paolo II? Questa è realtà. Perciò, mentre ti intrattieni leggendo una storia d’amore con elementi polizieschi e di spionaggio, apprendi cose vere sul modo in cui funziona il Vaticano, i suoi peccati, i suoi oscuri segreti – e questa non è fiction, tutti i personaggi e le situazioni presenti nel libro sono reali. Così, il romanzo va molto oltre la semplice finzione. Penso che la cosa più importante in letteratura non sia fare sperimentazioni linguistiche, come alcuni credono. La letteratura riguarda la verità, è un mezzo per esprimere la verità. Questa è la cosa più importante. Il Processo di Kafka o 1984 di Orwell non sono grandi libri per il modo in cui sono scritti, ma per le profonde verità che esprimono.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo genere?
JRS: La ricerca della verità. La verità nascosta, la verità sconosciuta. Ecco cosa ispira i miei romanzi. Ecco perché scrivo.
Quali autori ti hanno influenzato maggiormente e come?
JRS: Somerset Maugham è quello che mi ha influenzato di più, perché mi ha mostrato che il romanzo più potente è quello che appare semplice, comprensibile. Scrivere in modo semplice è difficile. Anche Phillip Roth mi ha influenzato con la sua ossessione per la verità.
Sei considerato dai lettori il miglior autore portoghese contemporaneo e i tuoi libri hanno venduto più di 3 milioni di copie in tutto il mondo. Qual è il segreto del tuo successo? Perché pensi che i lettori amino così tanto i tuoi libri?
JRS: Dovrebbero spiegarlo i lettori. Ogni lettore è diverso, perciò sicuramente ognuno avrà una motivazione differente per leggermi, ma in generale potrei dire che è perché faccio del mio meglio per spiegare le cose con un linguaggio semplice e attraente, visivamente ricco come se fosse un film. Le parole non sono fini a se stesse, sono uno strumento di verità. Sono sempre interessato alla verità. L’animo umano è affamato di verità e ancora verità, non importa quanto sia spiacevole, è questo che cerco di trasmettere con i miei romanzi.

Interview

What inspired the idea for Vaticanum?
JRS: I decided long ago to never touch the subject of the Vatican. Not because I thought it sensitive, mas because too many novels were written around it. On Pope Francis inauguration day, however, while I was watching the procedures through television, I saw all the Cesarian grandeur of the ceremony, with the bishops, the Swiss guards, the huge crowds, the old buildings, and I thought to myself: how can I ignore such majesty? What lies behind all this panache? What ugliness all this beauty hides? A lot of corruption, surely. That´s how I got the idea for writing Vaticanum.
Do you believe in Malachy’s Prophecy?
JRS: I don´t believe nor disbelieve. The prophecy is there and says that Francis is the last Pope. So, it´s a good starting point for a novel. Is this Pope the last one, as St Malachy predicted? Is he going to be assassinated, as the Fátima prophecy predicts? My novels always blend fact and fiction and I consider this an exciting subject to write about.
One of your main characters is the actual Pope Francis. How difficult was writing about such an important person when he is alive and in charge?
JRS: Well, actually the book never mentions the name “Francis”. In the novel he is always referred to as “the Pope”. No names. So, my Pope is a fictional Pope. However, I did get a lot of things from Pope Francis. He was a source of inspiration, nothing more.
In your book you speak about the corruption of the Holy See, you show an institution who cares about money more than souls, in spite of what catholic religion preaches. In your opinion, can this corruption cause a lack of faith?
JRS: Corruption is in human nature, I´m afraid. I think that reality becomes very clear in this novel. A famous Portuguese novelist, Eça de Queiroz, once famously said “we are all made of the same stuff”. Churchmen are no exception, even if they pretend to be different.
What message do you want readers to draw from reading your book?
JRS: I like to blend fiction with non-fiction. Does the main character fall in love with a girl? That´s fiction. Does the main character understand the corruption in John Paul II pontificate? That´s non-fiction. So, while you entertain yourself reading a love story blended with a detective and espionage story, you learn true things about how the Vatican works, its sins, its dark secrets – and here it´s no fiction, all the situations and characters presented in this book are real. Thus, the novel goes much beyond simple fiction. I believe the most important thing in literature it´s not about experimenting with language, as some believe. Literature is about truth, for fiction is a tool to express truth.  That´s the most important thing. Kafka´s The Process and Orwell´s 1984 are great books not because of the peculiar way they are written, but because the deep truths they expose.   
What drove you to write this genre?
JRS: The search for truth. The hidden truth, the unknown truth. That´s what drives my fiction. That´s why I write.
Which authors have influenced you most and how?
JRS: Somerset Maugham is my greatest influence, for he showed that the most powerful fiction is the one that seems simple, that is understandable. Writing simple is difficult. Phillip Roth also is an influence due to his obsession with truth.  
You’re considered by readers Portugal’s best contemporary writer and your worldwide sales exceed 3 million copies. What’s the secret of your success? Why do you think readers love your books so much?
JRS: That´s for the readers themselves to explain. Each reader is different, so each surely has a different motivation when reading me, but as a general rule I would say that I try my best to explain things in a simple and attractive language, visually rich as if it was a movie. Words are not an end in themselves, they are an instrument for truth. I am always concerned with truth. The human soul is hungry for truth and truth, no matter how hard an unpleasant it is, is what I try to deliver in my fiction.
















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