venerdì 30 agosto 2013

Recensione: L'amico del Führer


Titolo: L'amico del Führer
Autore: Orazio A. Santagati
Editore: Iris4
Collana: Fabula
Dati: 2013, 224 p., brossura
Prezzo di copertina: 15, 50 euro

Descrizione:
Stringere amicizia con Adolf Hitler... il peggiore degli incubi o la più avvincente delle avventure? Dipende da quanta immaginazione si è disposti a impiegare nel serissimo gioco della letteratura e dell'esistenza. È allora possibile cambiare il passato, contrastare intenzioni e scelleratezze del Führer? Viaggi nel tempo, esperienze extrasensoriali, metempsicosi traghettano infatti il protagonista in una dimensione dove la storia non è stata ancora scritta. Ecco dunque gli anni della Prima e della Seconda Guerra Mondiale trasformarsi in teatro di fenomeni particolari ove sogno e realtà riescono a fondersi contribuendo a illuminare la strada che porta alla verità, alla ricerca di senso puro, non ancora contaminato da giudizi e pregiudizi storici emotivamente inadeguati. 

L'autore: 
Orazio Andrea Santagati giura di non avere mai letto un libro… Autore dalla vita però quanto meno romanzesca. È stato infatti pugile professionista, carabiniere, paracadutista, soldato con medaglia d’argento e bodyguard. Nato a Catania, vive da sempre a Roma. Trafficando con un vecchio televisore in senso stretto e lato Orazio viene folgorato dall’elettricità. Eccolo dunque da piccolo eroe contemporaneo tradurre la scintilla della passione nel governabile intrigo di cavi e  circuiti elettrici.


La recensione di Sara: 
Andrea riceve spesso visite di fantasmi che arrivano direttamente dal passato. Sono uomini che hanno combattuto in trincea e che chiedono il suo aiuto, vogliono che trovi qualcuno e che lo fermi.
I fantasmi gli chiedono di tornare nel passato e di incontrare Adolf Schicklgruber, un uomo pericoloso che deve assolutamente essere fermato. Inizialmente il nome non gli dice nulla, Andrea non riesce a comprendere chi sia quest’uomo tanto terribile, sarà solo grazie alla sua amica Giulia, appassionata di esoterismo e parapsicologia, che scoprirà la vera identità del ricercato.
Si tratta di Adolf Hitler, il cognome suggerito dai fantasmi è quello di sua madre, prima che diventasse il Führer. E sarà proprio questo che Andrea dovrà impedire, che il giovane Adolf si arruoli nell’esercito e arrivi al potere, distruggendo miliardi di vite.
Uno stato di coma gli permetterà di tornare indietro nel tempo e incontrare un giovane Hitler, appassionato di arte e intenzionato a diventare pittore.
Andrea diventerà suo amico e cercherà in tutti i modi di dissuaderlo da quello che è il suo reale destino. Ci riuscirà? 
L’amico del Führer presenta un affresco storico decisamente diverso da quelli a cui siamo solitamente abituati. Quello che si incontra tra le pagine non è il temibile Hitler dell’Olocausto ma un giovane pieno di ambizione, un ragazzo comune con sogni e speranze come tutti, in cerca di se stesso.
Il rapporto tra Andrea e Adolf è così naturale da sconvolgere, dona una nuova immagine alla storia e lascia pensare al Führer come un uomo comune, incapace di compiere un genocidio. Umanità e, a volte compassione, sono i sentimenti che germogliano nel lettore nei confronti di un uomo incompreso e pieno di voglia di fare.
Nonostante l’originalità della trama e l’interesse scaturito dai numerosi cenni storici e biografici del personaggio, il romanzo presenta alcune pecche.
Tutto si compie troppo in fretta e il lettore non ha modo di entrare realmente nella storia, gli eventi si susseguono a catena e a una rapidità che non permette di metabolizzare l’accaduto.
Nel giro di pochissime pagine Andrea scopre l’identità dell’uomo che deve incontrare e, in altrettante pochissime pagine ha già attraversato il portale che lo porterà nel passato.
Più suspense avrebbe reso sicuramente meglio la storia, un alone di mistero in più avrebbe accebtuato la linea esoterica del romanzo.
Il ritmo accelerato tende a dare poca credibilità ai fatti. Si ha poco tempo per comprendere cosa stia accadendo e, anche i personaggi sembrano doversi arrendere agli eventi.
Quando il protagonista comincia a vedere i fantasmi non ha neppure il tempo di chiedersi cosa stia capitando che immediatamente si ritrova sulle tracce di Hitler. Andrea non si pone domande di fronte alle entità giunte dal passato, neppure per un secondo dubita della sua sanità mentale, nota che stride se si pensa a un uomo comune che di punto in bianco si ritrova a parlare con gente morta in trincea quasi quarant’anni prima.
Nel complesso è un potenziale buon romanzo ma che, purtroppo, non si esprime al meglio. Qualche attenzione in più ai dettagli avrebbe sicuramente reso più giustizia a una storia originale narrata da un meritevole autore.





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