domenica 18 giugno 2017

Recensione: Jakabok. Il demone del libro di Clive Barker

Titolo: Jakabok. Il demone del libro
Autore: Clive Barker
Traduzione di Daniele Bonfanti
Illustrazione di copertina di Giampaolo Frizzi
Editore: Independent Legions Publishing
Pagine: 210
Prezzo eBook: 5,99
Prezzo cartaceo: 17,04
Disponibile su Amazon in formato ebook e cartaceo


Descrizione: 
Prima edizione Italiana del romanzo 'Mister B. Gone'.
Sei ancora in tempo. Rimetti questo libro dove l’hai trovato. Se l’hai già comprato, disfatene subito. Perché questo non è affatto un libro: è la prigione di carta e inchiostro di un demone del quindicesimo secolo.
E se lo aprirai, cominciando a leggere le sue memorie, metterai a repentaglio la tua anima. Davvero, non ne vale la pena. E per cosa? Per scoprire le squallide disavventure di un reietto infernale da quattro soldi, di nome Jakabok Botch? Della sua infanzia disastrata tra le montagne d’immondizia nel Nono Cerchio, del fuoco che lo sfigurò orrendamente, della sua rocambolesca fuga con un padre assetato di sangue alle calcagna e delle sue infami vicende sulla Terra alla fine del Medioevo, alla caccia di un Grande Segreto nascosto nel laboratorio di un geniale orafo di nome Gutenberg? Rischiare tanto solo per leggere una storia fatta di violenza, morte, infelici amori, inganni, distruzione, solitudine e soprattutto fiamme?
Non ti sarebbe rivelato altro che la miseria del Genere Umano, attraverso gli occhi di questa immonda creatura. Davvero metteresti a rischio la tua anima per qualcosa di tanto sciocco. 

La recensione di Miriam: 

“Lo capisci, adesso? Dio è una parola! Tutto ciò che ci resta è il silenzio”.

Vi spaventa l’idea di incontrare un demone? In tal caso, non leggete questo libro perché è proprio quello che vi accadrà. Avete presente la lampada di Aladino? Era sufficiente sfregarla per risvegliare un genio pronto a esaudire tre desideri. In questo caso, invece, vi basterà voltare la prima pagina per evocare un diavolo infuriato che chiederà a voi di esaudire il suo desiderio: bruciare il volume che avete fra le mani, senza assolutamente leggerlo.
Facile, vero? In effetti, no, non lo è per niente, non se dietro quel demone si nasconde un autore come Clive Barker. Chi lo conosce e lo ama, di certo non potrà resistere alla tentazione di procedere con la lettura, assumendosi tutti i rischi della scelta. Io ho ceduto, non avrei potuto fare altrimenti, e ammetto che, tornando indietro, lo rifarei perché questo romanzo vale tutte le pene dell’inferno, o per essere più specifici tutte le Cinque Agonie.
D’altronde è un gioco, no? Cosa mai potrà succedere leggendo un libro? Per dirla con il suo stesso protagonista: “Cosa sono le parole? Segni neri su pagine bianche. Che male possono mai fare delle cose così semplici?
Riflettendoci, la verità è ben altra perché le parole possono rincuorare, ferire, distruggere, creare…
In principio era il Verbo. È scritto anche nella Bibbia e persino un demone del Nono Cerchio come Jakabok Botch – questo il nome della malefica creatura con cui avrete a che fare – lo sa benissimo e non esita a ribadirlo.
Del resto è con le parole che egli stesso ci affascina, ci confonde, ci irretisce.
Come è finito un demone in un libro? Perché mai non vuole che lo si legga? Quale grande Segreto si annida fra le sue pagine?
Se siete curiosi e non temete le sfide, vi basteranno poche righe per finire in trappola. A quel punto, sarà troppo tardi per tirarvi indietro.
Andando avanti, la curiosità cresce a livello esponenziale, perché il mistero, lungi dallo svelarsi, si infittisce ma a tenerci stretti in una morsa ferrea è anche l’alto tasso di divertimento che scandisce la lettura. Lo stile di Barker è ironico, dissacrante, irriverente; le situazioni dipinte con pennellate dai colori esplosivi assurde ai limiti della follia; i personaggi stravaganti e grotteschi. Varcata la soglia virtuale della copertina, si ha la sensazione di avventurarsi in una sorta di Paese delle Meraviglie in versione dark.
Seguendo i suoi sentieri, allucinanti e allucinogeni, ripercorriamo il viaggio personale di Jakabok che, macchiatosi di un crimine imperdonabile, è costretto a fuggire da casa e, fra mille peripezie, si ritrova nel Mondo di Sopra. È qui che per la prima volta sente parlare di un grandissimo Segreto che, si dice, cambierà le sorti dell’intera umanità. A lui non importa minimamente del Genere Umano, ma nella loro dimensione incontra qualcuno per cui farebbe follie e, forse, rinuncerebbe persino alle sue due code, fonte di incommensurabile orgoglio. Questo qualcuno vuole assolutamente mettere le mani sulla grande invenzione di cui si vocifera, sicché il diavolaccio, pur di restare al suo fianco, e nella speranza di fare colpo su di lui, accetta di seguirlo fino a Magonza, a casa di un certo Gutemberg.
Come avrete intuito, Jakabok Botch non è un demone comune, o meglio non rispecchia affatto lo stereotipo cui siamo abituati, fatta eccezione per la bruttezza. In sintonia con la sua natura è un essere malvagio e pericoloso ma non è immune alla sofferenza e, a suo modo, è capace anche di provare sentimenti nobili come l’amore. In fondo sarà questo il motore che lo guiderà e gli fornirà il coraggio di affrontare momenti davvero difficili. Al pari di ogni demone che si rispetti, è letale, sanguinario, ma non può avvalersi di poteri speciali, come vuole il luogo comune, per difendersi deve contare solo sulla propria forza e sul  proprio coraggio.  E poi… beh, se si chiama Botch, che letteralmente significa pasticcio, ci sarà un perché.
Di sicuro Jakabok incute terrore e ribrezzo, ma nello stesso tempo è capace di suscitare tenerezza e forte empatia, giacché finanche nel suo ruolo demoniaco è un emarginato e nella sua esistenza subisce molte angherie. Com’egli stesso dirà a proposito del mondo: “Mi era sempre sembrato un Palazzo in cui non avrei mai provato la gioia di entrare, essendo stato marchiato come reietto già nel grembo di mia madre.
La sua è la storia di un’anima in pena, di un essere alla ricerca di un proprio posto nell’universo e di un senso da dare alla propria esistenza, da questo punto di vista non così dissimile da noi. Nello stesso tempo la sua esperienza si dilata, finisce per incrociarsi con vicende che coinvolgono la macro storia, nello specifico con il capitolo di  una grandissima rivoluzione culturale e sociale.
Nel suo modo unico, folle, irresistibile Barker ci racconta la storia dell’invenzione della stampa, ci invita a riflettere sull’importanza delle parole e dei libri, veicolando un messaggio profondo e di grandissima attualità.
Giunti all’epilogo, in effetti, vi renderete conto di non aver semplicemente giocato con ricami d’inchiostro, sentirete il fiato rovente di Jakabok sulla pelle, vi sembrerà di vederlo saltare fuori dalla pagina e, a dispetto dei mezzi con cui tenterà di persuadervi a fare ciò che vuole, vi apparirà sempre più chiara e tangibile una verità incontestabile: un libro non è un mero oggetto, è un contenitore unico e meraviglioso, pulsante di vita, e non c’è minaccia o lusinga che possa valere la rinuncia al privilegio della lettura.
















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