venerdì 5 gennaio 2018

Recensione: Il giglio di fuoco

Titolo: Il giglio di fuoco
Autrice: Vic Echegoyen
Editore: Sonzogno
Pagine: 544
Prezzo: 19,50

Descrizione:
Francia, durante la Guerra dei trent’anni. Quando il cardinale Richelieu incarica Léon, segretario di stato e capo delle sue spie, di una rischiosa missione segreta in Borgogna, territorio nemico, questi non immagina che dovrà trovare, catturare ed eliminare la donna più pericolosa del regno. Mentre la caccia avanza e la misteriosa preda trova mille stratagemmi per sfuggire ai suoi persecutori, vengono gradualmente alla luce la personalità e il passato dell’eroina braccata: una spregiudicata avventuriera, proveniente dai bassifondi della società, ripudiata fin da piccola dai genitori e marchiata a fuoco dall’Inquisizione, capace però di conquistare le corti di Londra e Parigi grazie al fascino, all’astuzia e a un ingegno senza scrupoli. Aveva saputo entrare anche nelle grazie dell’uomo più potente di Francia, il cardinale; ma ora, al termine di una sequela di raggiri e inganni, inizia tra i due – i cui destini sono intimamente intrecciati – l’ultima sfida, nella quale entrambi metteranno a rischio la propria fortuna, la propria vita, e perfino la pace in Europa. Scrupolosamente documentata e scritta con eleganza e semplicità, l’opera di Vic Echegoyen possiede il dono dei migliori romanzi storici, che riescono a trasportare il lettore in un’epoca lontana grazie alla forza dei loro personaggi e a una trama piena di sorprese.

L'autrice:
Vic Echegoyen è nata a Madrid nel 1969. Figlia d'arte, proviene da una famiglia ispano-ungherese di musicisti, cineasti, pittori e scrittori (tra questi Sándor Márai e Imre Madách). Vive e lavora tra Vienna, Bruxelles e l'Ungheria. Questo è il suo primo romanzo.

La recensione di Miriam:
Il giglio di fuoco si apre come una spy story in piena regola: Léon, spia al servizio del Cardinale Richelieu, viene incaricato di rintracciare una donna ritenuta molto pericolosa per il regno e condurla al suo cospetto. L’ultimo nome con cui viene identificata è Lady Carlisle ma, in realtà, si tratta di una persona dai mille volti e i mille nomi, una creatura scaltra e spregiudicata che nel corso degli anni ha cambiato più volte pelle.
Ma perché? E soprattutto cosa ne sancisce la pericolosità? Questo non è dato saperlo, almeno non subito, ed è proprio l’enigma intorno a cui ruota tutto il romanzo che, attraverso opportuni flashback, gradualmente ricostruisce l’avventura personale della protagonista.
Trasportandoci nella Francia del ’600, Vic Echegoyen tratteggia un affresco credibile e concreto dell’epoca ricostruendo gli avvenimenti che hanno scandito la guerra dei Trent’anni, introducendoci alla corte del re di Francia, fra sfarzi e complotti, ma mostrandoci anche il volto più in ombra di quel periodo. L’avventurosa storia che ci racconta, infatti, rimanda anche alla quotidianità e alla condizione delle donne. L’odissea di Lady Carlisle comincia proprio nel momento in cui, ancora ragazzina, si ribella al ruolo che la società le impone e, seguendo le orme del padre, stimato medico, decide di intraprendere la stessa professione. Una scelta che, ben presto, le varrà un’accusa di stregoneria che la marchierà a fuoco  ̶  letteralmente, giacché un giglio di fuoco è il simbolo che, secondo usanza, le viene impresso sulla pelle per etichettarla come donna maledetta da Dio e dagli uomini, e in senso figurato, poiché la condanna condizionerà la sua intera esistenza.
La trama si sviluppa seguendo due filoni che si alternano: da un lato seguiamo le indagini di Leon, sulle tracce della dark lady, dall’altro, compiendo un salto a ritroso nel tempo, ripercorriamo la biografia della donna incriminata.
L’autrice si mostra abile non solo nella ricostruzione di un periodo storico affascinante ma anche e soprattutto nella caratterizzazione di un’eroina che difficilmente si dimentica. Lady Carlisle, o più semplicemente Isabelle, personaggio femminile di grande forza e carisma, può essere considerata un po’ simbolo delle donne che si oppongono a un destino già scritto, fatto di matrimoni combinati e figli da sfornare, inseguendo obiettivi più ambiziosi. Ribellione che, allora come ora, quasi sempre richiede un altissimo prezzo da pagare. Nel suo caso un’accusa infamante che la trasformerà da nobildonna in una reietta costretta a una fuga senza sosta per poter sopravvivere. A colpire è la sua forza, giacché Isabelle non si arrende al suo destino e non si lascia andare, piuttosto affina le armi e combatte continuando a seguire la sua strada fin quasi a trasformarsi da vittima in carnefice.
La sua vicenda, nondimeno, mette in luce tutta l’assurdità e l’orrore della caccia alle streghe che, al pari di una ferita, ha attraversato secoli di storia. “Il male è dentro di voi. Nella vostra ignoranza” affermerà Isabelle ai suoi accusatori, ponendo l’accento su una verità innegabile.
Un libro appassionante che ci consente di approfondire la conoscenza del periodo storico di riferimento e, nel contempo, stuzzica la nostra curiosità proponendoci un intrigante mistero da risolvere. L’alternarsi di capitoli narrati tutti in prima persona ma da personaggi diversi, a volte, rallenta la lettura creando qualche difficoltà, tuttavia si tratta di un piccolissimo scoglio, facilmente superabile in virtù di una trama e di una carrellata di personaggi che conquistano. 









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