martedì 8 maggio 2018

Recensione: Il Tatuatore

Titolo: Il Tatuatore
Autore: Alison Belsham
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo ebook: 3,99
Prezzo cartaceo: 12,00

Descrizione:
Brighton. L’ispettore Francis Sullivan, giovane e ambizioso, è stato appena promosso, e questo è il suo primo caso importante. Marni Mullins, una tatuatrice di Brighton, ha trovato un corpo orribilmente scuoiato. Dalle prime indagini sul cadavere risulta chiaro che non si tratta di un omicidio isolato ma dell’opera di un serial killer. Il modus operandi e la firma sono agghiaccianti: mentre la vittima era ancora in vita, l’assassino ha rimosso intere porzioni di pelle, presumibilmente tatuate. Questa pista porta Sullivan a credere che una come Marni, che conosce il mondo dei tatuaggi come le sue tasche, sia l’unica persona in grado di aiutarlo. Ma lei ha tante ragioni per non fidarsi della polizia. E quando riuscirà a identificare il prossimo bersaglio del killer, lo dirà a Sullivan o si metterà da sola alla ricerca del “Ladro di Tatuaggi”?

La recensione di Miriam:
Marni Mullins, tatuatrice affermata, sta rincasando dopo una giornata di lavoro quando nota, per caso, il cadavere di un uomo abbandonato in un bidone dell’immondizia. Il suo primo istinto è quello di fuggire, di fingere che quella vista non sia reale, e la donna lo asseconda, soprattutto perché ha dei trascorsi infelici con le forze dell’ordine e vuol tenersene a debita distanza. Si limita a segnalare il ritrovamento con una chiamata anonima e se ne torna nel suo nido. Tuttavia, la speranza di poter archiviare l’accaduto si rivela ben presto un’illusione, perché l’ispettore Francis Sullivan, responsabile del caso, riesce comunque a risalire a lei. Ma c’è dell’altro, e si tratta di un dettaglio abbastanza inquietante. Una parte del corpo della vittima risulta scuoiata, e la polizia ha scoperto che la porzione di pelle mancante era tatuata. Marni viene così coinvolta nelle indagini, in qualità di esperta in materia e conoscitrice della comunità di tatuatori del posto. Identificare l’autore di quel particolare tatuaggio, capire perché l’assassino possa aver avuto interesse a rubarlo, di fatto, pare l’unica pista percorribile, almeno per iniziare.
Il tutto si complica quando un nuovo cadavere viene ritrovato e ancora una volta si scopre che dal suo corpo è stato asportato un tattoo. A quel punto comincia a profilarsi l’agghiacciante ipotesi che dietro i delitti si nasconda un serial killer.
Il romanzo prende spunto da un’idea inquietante e malata per trascinarci nella mente di un pluriomicida, ma ancor prima nel mondo del tatuaggio, alla scoperta di un’arte antica, ma sempre in voga.
A rendere ancor più intriganti le indagini è poi proprio la coppia formata da Francis Sullivan e Marni Mullins, in cui convergono due personalità forti e molto diverse fra loro, che non mancheranno di fare scintille ma finiranno anche per attrarsi.
Marni è una madre single, ha un matrimonio fallito alle spalle ma un legame ancora molto forte con l’ex marito – anch’egli tatuatore. Nel suo passato si annida un trauma molto forte, causa del suo cattivo rapporto con la polizia. Sebbene reticente a lasciarsi coinvolgere nelle indagini, svolgerà un ruolo decisivo nella soluzione del mistero grazie al suo acume.
Francis è un poliziotto giovanissimo, ha appena ventinove anni, ed è al suo primo caso importante in veste di ispettore. Opera con l’entusiasmo tipico di chi è all’inizio della propria carriera, ma è costretto a muoversi anche fra mille difficoltà, facendo i conti con l’astio di chi è più maturo e si è visto scavalcare. Individuare e catturare l’assassino, per lui, è dunque anche una questione personale, un modo per dimostrare a chi lo ha promosso di essere all’altezza del suo compito, oltre che di conquistarsi la fiducia di chi non crede nelle sue capacità. Da questo punto di vista Marni si rivelerà una spalla preziosa, ma non solo. La tatuatrice infatti, non si limiterà a fornirgli un aiuto importante ma riuscirà a fare breccia nel suo cuore. Dettaglio, questo, che ritaglierà una piccola parentesi rosa in una cornice, per il resto, a tinte forti.
La trama poliziesca è ben orchestrata e cattura l’attenzione.
Ogni capitolo è narrato da un punto di vista diverso, ad alternarsi sono i pov di Marni, di Francis, del suo collega Rory e del killer stesso che ci accoglie nel suo covo per mostrarci con dovizia di particolari la raccapricciante pratica cui sottopone le sue vittime per trasformarle in opere d’arte che non temano il passare del tempo. In questo modo otteniamo una panoramica a trecentosessanta gradi sugli accadimenti e diverse inquadrature, utili a cogliere le più svariate sfumature del caso. L’autrice non manca di disseminare una serie d’indizi che in teoria dovrebbero consentirci di indovinare l’identità del colpevole, eppure quando ci viene infine svelata ci colpisce davvero come un fulmine a ciel sereno. Il Ladro di Tatuaggi è lì, sotto gli occhi di tutti sin dal principio, ma è impossibile riconoscerlo come tale, a riprova del fatto che in chiunque di noi può celarsi un assassino.






   

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