martedì 11 dicembre 2012

Recensione: Noos. Il canto del mondo

Titolo: Noos. Il canto del mondo
Autore: Graziano Versace
Editore: Ciesse
Collana: Silver
Pagine:  240
Prezzo: 16,00 euro

Descrizione:
Renzo è un fotografo trentanovenne insoddisfatto della propria vita. Durante uno dei suoi viaggi, intrapreso più per desiderio di fuga che per lavoro, incontra Roberto, un amico di vecchia data, e si trova coinvolto in una straordinaria avventura. Roberto infatti, insieme alla sorella Frediana e ad altri amici, sta inseguendo una balena e una misteriosa sfera di luce, connesse in qualche modo al misterioso Ulisse. Il gruppo, navigando tra le isole siciliane alla ricerca della sfera e della megattera, rivivrà, in una serie di imprevedibili colpi di scena, i momenti  salienti dell’Odissea.
Fino al finale sconvolgente, che svelerà il mistero di Noos e cambierà per sempre le vite dei protagonisti di questa rutilante avventura.

L'autore:

Graziano Versace è nato a Belmore (Australia) il 16/02/64.

Laureato in Lettere Moderne, ha svolto per qualche tempo l’attività di psicoterapeuta umanistico-esistenziale. Attualmente insegna Materie Letterarie a Sant’Agata di Militello (ME).
Ha pubblicato un libro di narrativa per la scuola dal titolo Biglie colorate. Per San Paolo Edizioni ha pubblicato i romanzi Ladri di locandine e Tutto il mondo dentro. Il suo primo romanzo di fantascienza Raimondo Mirabile, futurista è uscito per Edizioni XII.

La recensione di Miriam:

Il viaggio inteso nell’accezione più ampia del termine è il tema principale intorno a cui ruota Noos, un romanzo che si impone all’attenzione del lettore soprattutto per la sua originalità.
Si comincia con il viaggio di Renzo, un fotografo in crisi che, per sfuggire alla noia quotidiana, parte alla volta delle isole Egadi. Lungi dall’essere un punto di arrivo, la sua meta si rivela un nuovo punto di partenza. Giunto lì infatti incontra, per caso, un amico di vecchia data, Roberto, che insieme alla sorella Frediana e a un gruppo di amici sta seguendo una megattera nelle acque del Mediterraneo. La presenza di quel particolare cetaceo in quel mare non è l’unica stranezza a connotare la gita di Roberto e compagni. Il primo avvistamento della balena è coinciso con una tempesta che ha portato uno sconosciuto a bordo. L’uomo comparso dal nulla parla greco antico, sembra appartenere a un’epoca remota, è in stato confusionale, ha perso la memoria ma vaneggia di visioni che rimandano all’Odissea.
Che si tratti proprio di Ulisse? È difficile stabilirlo ma Roberto e i suoi amici sono determinati ad aiutarlo a tornare nel suo tempo. Renzo, pur essendo molto scettico, non ha nulla da perdere così decide di seguire la combriccola nella folle avventura.
Ecco dunque inserirsi nella trama il tema del viaggio temporale che ci introduce in un campo in cui epica e fantascienza si incontrano generando un connubio insolito.
In effetti è un’opera difficilmente etichettabile questa di Graziano Versace perché se è vero che la componente fantascientifica è presente, non mancano elementi fantasy e mitologici a completare un quadro ricchissimo di simbolismi e che, nell’insieme, ingloba anche leggere pennellate in odore di new age.
Il percorso tracciato si lega, a filo doppio, con l’Odissea riproponendone quasi una rivisitazione in chiave moderna. Il passato irrompe nel presente fornendo ai protagonisti quanto ai lettori, l’impressione – o l’illusione – che gli episodi salienti del poema epico si replichino nel nostro spazio e nel nostro tempo. Scorrendo le pagine è possibile riconoscere la maga Circe, Polifemo, Calypso ma anche rivivere la discesa di Ulisse nel regno dei morti o la tempesta scatenata da Eolo. Si tratta di un parallelismo affascinante, comprensibile anche per chi non ha una profonda conoscenza dell’opera omerica giacché l’autore si premura di inserire nel testo tutte le informazioni necessarie. Operazione questa che facilita ma al tempo stesso rallenta un po’ la lettura  interrompendo il filo narrativo e sfiorando in più di un’occasione il rischio dell’infodump.
D’altro canto, lo stesso percorso si connota come percorso dell’anima giacché il viaggio descritto acquisisce una forte valenza simbolica. Se Ulisse vuole tornare fisicamente a casa, i personaggi che lo assistono nell’impresa sono persone che, in qualche modo, hanno smarrito se stesse e sono alla ricerca di un nuovo senso. Renzo è insoddisfatto della sua vita ma anche Roberto e Frediana sono giunti a un punto di svolta e sembrano agognare nuovi stimoli. Guglielmo e sua moglie Paola, gli altri due membri dell’equipaggio, stanno invece cercando di elaborare un terribile lutto.
La particolare condizione psicologica in cui tutti si trovano, spiega in parte, l’apparente facilità con cui si lasciano coinvolgere in un’impresa assurda. Che lo sconosciuto sia davvero Ulisse oppure no, in fondo, per loro,  non ha molta importanza, non quanta ne ha il bisogno di credere di nuovo in qualcosa, l’avere uno scopo da raggiungere o, se preferite, un sogno da inseguire.
La stessa megattera con la sfera che l’accompagna è un’immagine densa di simbolismi riconducibile per esempio al concetto junghiano di inconscio collettivo.
Uno degli aspetti più intriganti del romanzo, a mio parere, consiste proprio nel fatto che si presti a molteplici interpretazioni. Noos pone molte domande che vanno ben al di là della trama ma non fornisce alcuna risposta univoca. Graziano Versace mette sul piatto una storia con i suoi numerosi interrogativi e suggerisce una serie di possibili risposte astenendosi però dall’indicare quella giusta.
Quanto narrato è accaduto veramente o è solo il frutto di un’allucinazione collettiva? Lo straniero senza memoria è davvero Ulisse? Come e da dove è giunta la megattera e qual è il suo legame con la sfera che l’accompagna? Cos’è Noos? Sta a chi legge scegliere le soluzioni che preferisce tra quelle proposte o decidere di elaborarne altre in autonomia. Se siete lettori tendenzialmente passivi o alla ricerca di finali risolutivi potreste rimanere delusi da una chiusa che ha il sapore di un nuovo inizio, diversamente non potrete che sentirvi stimolati e incuriosisti  dall’aprirsi di infinite possibilità.
Ne consiglio la lettura a chi ama l’avventura ma non disdegna la riflessione, a chi è curioso di approcciarsi al tema dei viaggi nel tempo a partire da una prospettiva audace quanto innovativa.










 


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