lunedì 16 giugno 2014

Recensione: Terraluna

Titolo: Terraluna
Autore: Daniele Picciuti
Casa editrice: Runa Editrice
Genere: Fantascienza
Pagine: 242
Prezzo di copertina: € 14,00

Descrizione:
In un futuro ipotetico, la luna è colonizzata e la Terra, devastata da guerre e inquinamento, è abbandonata a se stessa.
La vicenda si svolge a Terraluna, unica grande città costruita sulla superficie lunare. Qui si concentra uno strano miscuglio di tecnologie di epoche diverse, grottesco risultato dell’ultima grande Guerra Tecnologica, che ha reso Terraluna simile a un incrocio tra una Londra Vittoriana e una Tokyo in stile Cyberpunk.
In questa atmosfera surreale si muovono i personaggi principali: Valery Horn, attivista dei diritti alieni, Fumiaki Hino, ispettore di polizia per metà umano e per metà macchina, Marco D’Amore, mercenario senza scrupoli e Sylvie Balfour, detective delle assicurazioni incaricata di scoprire la verità su una morte sospetta. Tutto inizia con questa morte violenta, che mette Fumiaki sulle tracce di un essere che tutto sembra fuorché umano. Le sue indagini e quelle di Sylvie si intrecciano, riaccendendo ricordi e tensioni mai sepolte e portando allo scoperto trame nascoste che coinvolgono tanto il centro di ricerca per cui lavora Valery, tanto i traffici illeciti di Marco.
Tra inseguimenti, ricerche e tradimenti, i quattro trovano segreti non svelati che affiorano quando il dokiano Taor N’ilah si unisce a loro in quella che finisce per essere una caccia al mostro. Interessata alla vicenda è anche la Nuova Etnia, una setta di fanatici disposta a tutto pur di mettere le mani su alcuni campioni alieni di inestimabile potere.

Il libro è un thriller techno-fantasy a metà fra il noir e l’hard boiled, sviluppato secondo una struttura a mosaico. Ogni capitolo, infatti, è un pezzo della storia visto con gli occhi di un personaggio diverso, che si alterna ciclicamente, formando un puzzle i cui tasselli vanno man mano a posto.


L'autore:



Daniele Picciuti, nato a Roma nel gennaio del 1974, si appassiona all’horror grazie ai romanzi di Stephen King prima, Peter Straub e Dean R. Koontz poi, fino a scoprire uno dei fondatori del genere: H.P. Lovecraft. Finalista a molti concorsi letterari di genere, tra cui Il Sentiero dei Draghi e Short Kipple, vincitore del Premio NASF 6 (2010), terzo classificato al Premio Algernon Blackwood (2011).  Diverse le pubblicazioni in riviste e antologie: Nere Acque (365 racconti horror per un anno, Delos Books, 2011); Il buio è dentro di me (Uomini e spettri, Bel-Ami Edizioni, 2011); Caccia senza tempo (Rivista Altrisogni n.3, 2011); Il Viaggiatore (Fantaweb 2.0, Edizioni Della Vigna, 2012); Nella sete e nel pianto (Writers Magazine Italia n. 29, 2012); Operazione ombrello (Scimmiette di Mare Project, Nero Press Edizioni, 2013); Cantico del guerriero eterno (50 Sfumature di Science Fiction, La Mela Avvelenata, 2013). È Presidente dell’Associazione Culturale Nero Cafè, co-responsabile del magazine Knife e del marchio editoriale Nero Press. È ideatore di diversi premi letterari, come Minuti Contati, Nero Lab e il Premio John W. Polidori  di Letteratura Horror (per Nero Cafè). 
A settembre 2011 ha pubblicato I racconti del sangue e dell’acqua (Bel-Ami Edizioni) e nell’estate 2013 è uscito Ritorno alla Mary Celeste (Dunwich Edizioni), entrambe antologie di novelle e racconti.

La recensione di Miriam:

Non siamo soli nell’Universo. Per qualcuno è un’ovvietà, per qualcun altro un’ipotesi del tutto fantasiosa, nel futuro post-apocalittico immaginato da Daniele Picciuti, una certezza ma anche la salvezza per il genere umano. Il pianeta Terra è giunto al capolinea per mano dei suoi stessi abitanti, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, l’urbanizzazione selvaggia, l’inquinamento − cristallizzati nella Grande Guerra Tecnologica − l’hanno resa invivibile ma, i sopravvissuti hanno potuto ritagliarsi nuovi spazi vitali altrove. Terraluna è appunto una colonia fondata dagli umani sul vicino satellite, un’unica grande città che è anche la base da cui far ripartire il nastro di una nuova esistenza, arricchita o complicata, da una recente consapevolezza: esistono altri pianeti abitati nel sistema solare, esistono altre forme di vita con cui confrontarsi. La metropoli lunare, di fatto, è un nucleo cosmopolita in cui molteplici razze si incontrano e provano a sperimentare possibili forme di convivenza. Gli uomini dividono così il loro spazio vitale con i dokiani, alieni dotati di intelligenza superiore, con la bizzarra fauna originaria di Uriele e finanche con le più evolute intelligenze artificiali, cyborg fatti di carne e microchip perfettamente in grado di ragionare e di sentire.
Come prevedibile, si tratta di una convivenza non sempre pacifica e non priva di complicazioni. Passano gli anni, cambiano gli scenari, il mondo va in frantumi, ma la discriminazione razziale resta, cosicché accanto a chi ricerca un dialogo con gli extraterrestri, c’è chi pensa di sottometterli e di piegarli ai propri scopi e chi si erge a paladino della giustizia militando in vere e proprie fondazioni per la tutela dei diritti alieni.
È su questo sfondo che si consuma un delitto e la storia ha inizio. Il ritrovamento di un cadavere smembrato scatena il sospetto che su Terraluna si aggiri una creatura particolarmente pericolosa e, quando di lì a poco il misterioso killer colpisce una seconda volta, si scatena una vera e propria caccia al mostro.
Inizialmente la caccia corre su più binari paralleli poiché diverse e a vario titolo sono le persone che hanno interesse a far luce sulla vicenda. Ufficialmente l’indagine è affidata a Fumiako Hino, un ispettore di polizia per metà uomo e per metà macchina. In contemporanea però si mettono in moto  anche Sylvie Balfour, Marco D’Amore e Valery Horn. La prima è una detective che agisce per conto di una compagnia di assicurazioni, il secondo è un mercenario, la terza un’attivista che si batte per la difesa dei diritti alieni.  Quattro percorsi differenti che finiranno tuttavia per intrecciarsi inglobando nell’intricata rete anche un quinto personaggio misterioso: il dokiano Taor N’ilah.
In che modo personaggi tanto diversi possono essere coinvolti nella stessa vicenda? Cosa sta realmente accadendo su Terraluna?
Per scoprirlo dovremo seguire l’iter investigativo, tra inseguimenti, complotti e segreti, lasciandoci coinvolgere in un thriller techno-fantasy ricco di colpi di scena e azione.
Costruito sulle basi di un plot che può considerarsi un classico del genere fantascientifico, Terraluna si sviluppa infatti come un poliziesco futuristico la cui peculiarità è quella di mescolare svariate suggestioni che vanno dal cyberpunk alla distopia raccogliendo lungo il percorso anche interessanti ispirazioni che rimandano al  tradizionale tema delle guerre interstellari e della conquista dello spazio. Espliciti richiami alle leggi della robotica di Asimov ammiccano alla fantascienza classica mentre l’ambientazione si propone come un ibrido che comprime passato e futuro affiancando alle macerie di una civiltà ormai regredita a uno stadio pre-industriale i ritrovati avanguardistici sfornati dalle tecnologie di ultimissima generazione.
Pur non essendo particolarmente innovativa, la trama si arricchisce così di atmosfere surreali suggestive e, contando su un parterre di personaggi insoliti quanto intriganti, riesce a incollarci alla pagina regalandoci qualche ora di sano divertimento.
Impossibile inoltre non apprezzare la vena ecologista che attraversa l’opera, con discrezione ma non senza efficacia.
Il finale aperto, che peraltro mi ha richiamato alla mente un’immagine di Capitan Harlock, lascia presagire un sequel in odore di guerra interplanetaria. Chissà che l’avvincente gita a Terraluna non sia solo l’inizio di un lungo viaggio.
 



 

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