sabato 8 ottobre 2016

Recensione: Sirene e Figlie Fameliche

  Titolo: Sirene e Figlie fameliche 
Autrice: Alyssa Wong 
Editore: Independent Legions Publishing 
Traduzione: Francesca Noto 
Revisioni finali: Alesandro Manzetti 
Formato: eBook 
Pagine: 50 
Prezzo: 1,99 
Data di pubblicazione: 22 settembre 2016 
Disponibile su Amazon

Descrizione:
Dall'autrice vincitrice del Nebula Award 2015, e finalista al Bram Stoker Award, al World Fantasy Award, allo Shirley Jackson Award e al Locus Award, i suoi due racconti più celebri tradotti per la prima volta in lingua Italiana: 'Figlie Fameliche di Madri Affamate' (Hungry Daughters of Starving Mothers), opera vincitrice dell’ultima edizio-ne del Nebula Award, e finalista al Bram Stoker Award e al World Fantasy Award, che narra la storia di una mangiatrice di pensieri e di essenze umane collezionate in barattoli, e 'La Regina dei Pescatori' (The Fisher Queen), opera finalista a tutti i più prestigiosi premi internazionali di genere, che durante una battuta di pesca rivela i segreti delle sirene abissali, e le loro connessioni agli esseri umani.
I Racconti: Figlie Fameliche di Madri Affamate (titolo originale: Hungry Daughters of Starving Mothers), originaria-mente pubblicato su Nightmare Magazine (Ottobre 2015), ha vinto il Nebula Award 2015, ed è stato finalista al World Fantasy Award 2016, al Locus Award 2016, allo Shirley Jackson Award 2015, al Bram Stoker Award 2015;
La Regina dei Pescatori (titolo originale: The Fisher Queen), originariamente pubblicato su The Magazine of Fantasy & Science Fiction (Maggio/Giugno 2014) è stato finalista al Nebula Award 2014, al World Fantasy Award 2015 e allo Shirley Jackson Award 2014.

 
L'autrice:  
L’Autrice: Alyssa Wong è una autrice americana, di origini filippine, di fiction speculativa, vincitrice del Nebula Award 2015 e più volte finalista a molti prestigiosi premi di genere, tra i quali il Bram Stoker Award, il World Fan-tasy Award, il Locus Award e lo Shirley Jackson Award. Le sue opere sono state tradotte in spagnolo, tedesco, fran-cese e cinese. Tra i suoi racconti: The Fisher Queen (The Magazine of Fantasy & Science Fiction, Maggio/Giugno 2014); Scarecrow (Black Static, Settembre 2014; ristampato su Tor.com, Gennaio 2015); Santos De Santaguipas (Strange Horizons, Part 1 & Part 2, Ottobre 2014); Hungry Daughters of Starving Mothers (Nightmare Magazine, Ottobre 2015); A Fist of Permutations in Lightning & Wildflowers (Tor.com, Marzo 2016); You’ll Surely Drown Here If You Stay (Uncanny Magazine, Giugno 2016). Tra i racconti in uscita: Rabbit Heart (Fireside Fiction); Your Bones Shall Not Be Unknown and Cyber World (Hex Publishers); The White Dragon and Upside Down: Inverted Tropes (Apex Book Company); Natural Skin (Lightspeed Magazine).
Sito web dell’Autrice: http://crashwong.net


La recensione di Miriam:

Sirene e Figlie Fameliche è una raccolta breve, composta da due soli racconti della pluripremiata Alyssa Wong, mai tradotti prima in italiano. Un’occasione imperdibile per ottenere un assaggio della sua scrittura e concedersi uno sguardo sul suo mondo immaginario, cupo e fiabesco allo stesso tempo.
Si tratta di due testi molto diversi fra loro ma accomunati dalla presenza di protagoniste femminili, più o meno umane.
In Figlie Fameliche di Madri Affamate i pensieri si animano, acquisiscono forme riconoscibili e  consistenza quasi tangibile, trasformandosi in un macabro nutrimento, in senso letterale. Jen, infatti, ha ereditato da sua madre la facoltà di cibarsi di pensieri, non per saziare una fame mentale di conoscenza ma per sostenere il suo corpo. Li visualizza sotto forma di serpenti o strani insetti chitinosi, li vede strisciare, zampettare o dispiegare le ali e con prontezza li cattura, richiudendoli in barattoli che costituiscono la sua personale riserva alimentare. La sua è una pratica necessaria, legata a un bisogno fisiologico, ma non manca di provocarle piacere. Più i pensieri divorati sono neri, cattivi, violenti e più Jen ne trae godimento. L’autrice ci invita a seguire questo strano personaggio, a studiarne le mosse, a osservare il peculiare modo in cui si nutre e appaga le sue voglie, fino a condurci a un punto di rottura che ci fornirà anche la chiave di lettura dell’intero racconto. Il meccanismo perverso si inceppa  nel momento in cui la divoratrice di pensieri inciampa in un sentimento che mai aveva conosciuto prima, un sentimento che non somiglia per niente a quelli che impregnano il suo cibo consueto e che la porrà di fronte a una scelta. 
La regina dei pescatori è incentrato sulla figura mitologica delle sirene, che qui ci vengono presentate in una veste decisamente inedita. L’immagine di creature bellissime sebbene pericolose cui siamo abituati viene scalzata da quella più inquietante di donne-pesce dall’aspetto raccapricciante. Coperte di squame tra cui albergano parassiti, con gli occhi vacui, le membra gonfie fatta eccezione per dita sottilissime, i seni privi di capezzoli e i denti paurosamente aguzzi, le sirene di Alyssa Wong appaiono tutt’altro che affascinanti. Ma più che le loro fattezze orribili, a suscitare orrore sono le  pratiche truculente cui vengono sottoposte. Trattate alla stregua di qualsiasi pesce, vengono catturate e vendute per essere mangiate, ma prima che ciò avvenga gli uomini si concedono un piccolo diversivo sui pescherecci, al fine di allietare il viaggio che le condurrà al macello.
In questa cornice agghiacciante si inserisce la storia personale i Lily, figlia di un pescatore. La ragazzina non ha mai conosciuto sua madre, né l’ha mai vista nemmeno in fotografia, tuttavia, ogni volta che lei o i suoi fratelli hanno posto domande, il papà si è sempre divertito a raccontare la stessa favola: sono nati da una regina degli abissi. Lily ovviamente non gli ha mai creduto, ma giunge un giorno in cui scivola di nascosto nella stiva e, non vista, si avvicina alla vasca delle sirene appena pescate. A quel punto si ritrova ad ascoltare una favola nuova, vi precipita dentro e, come in tutte le fiabe che si rispettino, vi trova una creatura magica che le offre la possibilità di esprimere un desiderio…
Entrambi i racconti colpiscono per l’originalità delle idee da cui prendono spunto e nello stesso tempo stupiscono, perché l’autrice si mostra abile nel guidarci lungo un sentiero che incuriosisce e disorienta, senza lasciarci minimamente presagire dove ci condurrà. Nell’uno e nell’altro caso i finali hanno il potere di sorprenderci, facendoci rivalutare tutto da una prospettiva diversa.
Sebbene le situazioni in cui veniamo calati siano crude, violente, le descrizioni risultano misurate, in qualche modo. Alyssa Wong non eccede nei dettagli, non indugia in particolari splatter ma, avvalendosi di pochi, significativi input riesce a evocare delle immagini precise. È una caratteristica questa che, dal mio punto di vista, rende particolarmente interessante la sua scrittura perché stimola l’immaginazione di chi legge.
Ancora una volta, Independent Legions publishing fa centro regalandoci la possibilità di conoscere e gustare in lingua italiana un’autrice di sicuro talento.







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