martedì 30 maggio 2017

Recensione: Kiki. The beginning

Titolo: Kiki. The beginning
Autore: Caleb Battiago (Alessandro Manzetti)
Editore: Astro
Pagine: 224
Prezzo: 12,90
Disponibile sullo store dell'editore
e su Amazon


Descrizione:
Una storia che corre veloce, esplicita ed estrema, sul confine tra horror e fantascienza, che vuole farsi cruda metafora della lotta per la sopravvivenza, tutta al femminile. In una futura, violenta, cannibalica e apocalittica Parigi, Kiki Léger, una giovane prostituta che sopravvive nel quartiere malfamato di Paris Sud 5, un vero e proprio Hyper-Bronx di un pianeta trasformato in un radioattivo ecosistema, viene contattata da una potente organizzazione criminale per entrare a far parte di una squadra di killer professioniste. Big Blue, boss efferato e raffinato, potente demiurgo di tutti gli affari illeciti della città, dalla droga alla prostituzione, fino al commercio di carne umana, farà entrare Kiki in un orrido meccanismo di morte, insieme ad altre talentuose assassine da mettere sul mercato, come "Dangerous" Yuki Liu e Makena "Black Mamba", ognuna con un passato difficile e un presente in precario equilibrio. Questa squadra di "Vespe" assassine scoprirà sulla propria pelle come ogni missione nasconda inganni, terribili conseguenze, nemici invisibili, sangue fresco e vividi fantasmi.

L'autore: 
Caleb Battiago (Alessandro Manzetti), autore di narrativa e poesia horror, vincitore del Bram Stoker Award®, editor e traduttore. Ha pubblicato, in italiano e inglese, varie opere di narrativa e poesia, tra le quali i romanzi Naraka. L'Apocalisse della Carne e Shanti. La Città Santa, la raccolta di racconti Kannibalika. La Carne e La Morte, la novella Area 52 e il saggio Monster Masters. I Segreti dei Maestri dell'Horror. Tra le sue opere in lingua inglese: le raccolte The Garden of Delight, The Monster, the Bad and the Ugly (con Paolo Di Orazio), le raccolte di poesie dark Eden Underground (vincitrice del Bram Stoker Awards 2015), Sacrificial Nights (con Bruce Boston, finalista al Bram Stoker Awards 2016) e Venus Intervention (con Corrine De Winter, finalista al Bram Stoker Awards 2014). Tra le opere come curatore: l’antologia in lingua inglese The Beauty of Death (finalista al Bram Stoker Awards 2016).

La recensione di Miriam:

A Parigi Sud 5 ammazzi o vieni ammazzato, sei cannibale o carne da macello, senza mezze misure. Kiki Léger che in questo girone infernale è nata ed è cresciuta l’ha imparato sulla propria pelle: è diventata una puttana, non per scelta, né per vocazione, ma per puro istinto di sopravvivenza. Gli insegnamenti di sua madre, i cattivi ricordi che la braccano, il fantasma di Janis Joplin che l’ascolta e le parla, un santino di Giovanna D’Arco (protettrice delle prostitute) sul cuore sono tutto ciò su cui può contare nella quotidiana lotta per la sopravvivenza. Nonostante ciò, la speranza è sempre l’ultima a morire e, sebbene nella Nuova Francia abbia il sapore acido di una vana illusione, Kiki decide di regalarsi una chance e migliorare la sua condizione passando dall’altra parte della barricata. Di certo non può sottrarsi agli artigli di un mondo giunto alla deriva ma da vittima può trasformarsi in carnefice. Decide pertanto di abbandonare la sua vecchia vita e di accettare l’offerta di Guadalupe – braccio destro di Big Blue, boss della più potente organizzazione criminale attiva sul territorio – che le propone di diventare una killer di professione. Una prospettiva tutt’altro che rosea ma quanto meno smetterà di subire, sarà temuta anziché avere paura.
Proponendosi come spin off della saga Naraka, Kiki. The beginning precede cronologicamente le vicende narrate negli altri volumi, raccontandoci appunto le origini di questo personaggio.
Pur inserendosi in una cornice più ampia di riferimento e collegandosi agli altri capitoli della serie, sia per la sua collocazione temporale che per il modo in cui è strutturato, il romanzo può essere letto anche come stand-alone. Chi ha già letto gli altri avrà l’opportunità di tornare alle atmosfere già gustate in precedenza, rincontrare vecchie conoscenze, riprendere il filo di storie già accennate, scoprendo nel contempo tasselli nuovi che non mancheranno di stupire e divertire; quanti invece non si fossero mai accostati all’allucinante universo cannibalico partorito dalla geniale mente di Caleb Battiago potranno concedersi un primo assaggio proprio a partire da qui, senza avere il timore di perdersi. Le prime pagine ci regalano, tra l’altro, una panoramica esaustiva del quartiere che sicuramente farà da bussola a chi vi si avventurasse per la prima volta.
La trama ad altissima tensione si sviluppa a ritmo serrato ed è fitta di azione e colpi di scena. Nello stesso tempo però accoglie al suo interno dei momenti di pausa scaditi da immagini o flashback che ci consentono di conoscere meglio i personaggi e il loro vissuto.
Affermandosi come romanzo al femminile, a partire dalla stessa dedica a Janis Joplin in apertura, Kiki. The beginning, in effetti, ha più di una protagonista. Accanto alla Léger – che in questa occasione conosceremo più da vicino scoprendola anche capace di innamorarsi a dispetto della durezza ostentata sempre – scopriremo altre cinque combattenti, Vespe Assassine come verranno battezzate, reclutate insieme a lei allo stesso scopo.
Dangerous Yuki Liu, Makena Black Mamba, Madeleine Royale, Paradis Trecce Bionde, Roslyn l’Irlandese (la iena). Questi i loro nomi ma dietro ciascuna si cela un vissuto fatto di atrocità e violenze che l’autore non manca di raccontarci. Sono parentesi di dolore e rabbia che ci permettono di comprendere e affezionarci a queste donne, facendoci vedere l’anima che si nasconde sotto la corazza di spietate assassine, ma sono anche strappi nel tessuto narrativo attraverso cui la fiction sembra scivolare via e la realtà filtra con prepotenza. Infibulazione, incesto, stupri, fame: di questo parlano i trascorsi delle Vespe assassine, orrori che tantissime donne nel mondo reale conoscono.
Tutte e sei sono killer per reazione, la loro trasformazione – che spesso è contrassegnata anche da un particolare cambiamento nel fisico – è una risposta a ciò che hanno subito.
In qualche modo queste sei guerriere rappresentano le donne che scelgono di non soccombere e di reagire (chiaramente nel mondo di Naraka lo fanno nel modo più estremo che si possa immaginare), non solo non si sono lasciate schiacciare dai loro aguzzini ma hanno saputo trasformare in forza le loro debolezze, persino le menomazioni subite per punizione – basti pensare a Black Mamba che privata dei denti si è dotata di un letale morso di ferro o a Yuki Liu che, avendo perso le mani, si è arricchita di protesi artificiali con cui schiaccia le teste delle sue vittime.
Emblematica in questo senso è anche la grottesca quanto eretica processione che si svolge nella notte di Giovanna d’Arco, in cui ci imbattiamo quasi all’inizio del romanzo. La notte in questione ricorre una volta all’anno a Parigi Sud 5 ed è una festa per le prostitute, che per un lasso limitato di tempo hanno la libertà di vendicarsi degli uomini immolandoli impunemente.
Se le donne occupano un posto di spicco sulla scena, non mancano tuttavia i personaggi maschili, oltre a ritrovarne alcuni già noti, come il messicano Guadalupe, Millander, Big Blue, conosceremo tra gli altri il Macellaio, una figura davvero inquietante, artefice di un folle progetto che vi lascerà senza fiato. Riuscite a immaginare un Nirvana elettronico? Ebbene, qui lo attraverserete e vi assicuro che quello che vedrete lascerà il segno.
In sintonia con la cifra stilistica che lo contraddistingue, Battiago dipinge l’inferno con le parole, affiancando un registro crudo e diretto che sorregge l’azione a quello lirico con cui riesce a descrivere violenze inenarrabili con poesia, creando un contrasto tra forma e contenuto che graffia l’anima.
Ancora una volta ci offre uno spaccato di un mondo immaginario che stranisce, disturba a volte fa anche sorridere per i suoi tratti grotteschi, e nello stesso tempo fa riflettere perché a ben guardare la lente deformante di Naraka, pur nutrendosi di eccessi, riflette un lato oscuro ma reale della nostra società e della stessa natura umana. Prendendo a prestito le parole di Nietzsche, avventurarsi per le strade di Parigi Sud 5 è un po’ come guardare nell’abisso fino a rendersi conto che quell’abisso sta guardando dentro noi, rispecchiando quello che siamo e quello che potremmo ancora diventare.







    



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